martedì 27 ottobre 2009

'Elmotell blues premiato a "L'Isola dei Versi"- Sassari 2009.

La II Edizione del Premio Internazionale di Poesia Città di Sassari – L’Isola dei Versi (17 ottobre 2009) – ha assegnato il primo premio al testo di poesia collettivo ‘ELMOTELL BLUES di Antonino Contiliano, che ne è stato l’ideatore, il curatore del montaggio e il regista. Gli coautori del testo sono: Giacomo Cottone, Valerio Cuccaroni, Gino De Vita, Guglielmo Lentini, Francesco Muzzioli ed Emilio Piccolo.

La Giuria del Premio – Giuseppe Serpillo, Herman Lodola, Marco Manetta, Luigia Polo, Giovanni Nucis, Aldo Maria Morace, Antonio Fiori, Antonio Strinna, Guanfranco Chironi – ha così motivato la sua decisione:

Contaminazioni stilistiche, musicalità filosofiche dal tratto orchestrale; parole disseminate su sentieri paralleli gestiti con maestria profetica dalla regia di un poeta-scultore.
In questo testo Contiliano mette insieme una materia multiforme di linguaggi sparsi e la plasma con arte jazzistica.
Poesia pura, poesia oltre i confini delineati che stabilisce nuovi orizzonti; nella consapevolezza che anche quelli in breve tempo si sgretoleranno.

Alcune foto delle giornate sassaresi.






domenica 11 ottobre 2009

“Argo”, “Carta” e “Paganini” alle “2rocche”



Ong non-estinti poetry


Venerdì 28 agosto 2009, ore 21,30, il gruppo marsalese “Ong non-estinti poetry”, coordinato da Nino Contiliano, ha portato a termine l’ultimo appuntamento estivo di letture e ascolto artistico-poetico sull’incomparabile scenario notturno dello scoglio “2rocche” del nostro Capo Boeo.
A Nino Contiliano, primo premio anche della seconda Edizione del premio internazionale di poesia (sezione editi) della città di Sassari – “L’isola dei versi” (Sassari, Ottobre in poesia) –, il nostro giornale, riaprendo i battenti dopo la pausa feriale, ha rivolto qualche domanda. La conversazione ha avuto come oggetto e il premio ricevuto e la qualità della serata “Ong non-estinti poetry” a Capo Boeo.

D.1 - Quale opera ha inviato al premio e come valuta il riconoscimento conquistato?
R.1 - L’opera di poesia spedita e premiata è il libro ’Elmotell blues (NavarraEditore, Marsala, 2007). L’opera, che è un testo di poesia collettivo, comprende anche un CD. Il CD riproduce la testualità in recitativo unitamente al linguaggio musicale che vi si intreccia. Il libro/CD vede come “coautori” l’attore Guglielmo Lentini (Marsala) che ha curato il recitativo, il musicista Gino De Vita (Marsala) che ha curato il ritmo “blues”, il pittore Giacomo Cuttone (Mazara del Vallo) che ha curato le grafiche e la copertina, mentre i poeti Emilio Piccolo (Acerra), Francesco Muzzioli (Roma) e Valerio Cuccaroni (Ancona/Bologna) hanno messo a disposizione i testi sottoposti a manipolazione e sperimentazione poetica. Il sottoscritto, come regista (dj, direbbe Valerio Cuccaroni), ha curato il montaggio poetico tessendo la tela poetica con i suoi testi originali.
Il riconoscimento, inatteso lì dove la poesia è sempre vista come un distillato solo individuale e liristico, è stato, credo, un risultato che ha pagato il mio lavoro poetico collettivo (ormai alla terza prova: lo precedono Compagni di strada caminando e Marcha hacker /risata cyberfreak). Mi sento ricompensato e soddisfatto per un lavoro di lunghi anni e di una scommessa disinteressata. Sono soddisfatto soprattutto perché il riconoscimento viene da una terra (Sardegna), come la Sicilia, considerata di confine ed emarginata, e da attori da me assolutamente sconosciuti. Soggetti culturali però che sanno riconoscere la poesia lì dove la ‘sperimentazione’ linguistico-poetica mette in discussione il fare tradizionale e propone altro per conservare il valore della poesia stessa come un “bene comune”.
Sono pienamente soddisfatto perché gli attori della Giuria dell’“L’Isola Dei Versi” 2009 , che hanno valutato il mio lavoro, sono persone attente e autorevoli. Essi sono: Aldo Maria Morace (Preside Facoltà di Lettere e Filosofia di Sassari) Marco Manotta (Università di Sassari), Giuseppe Serpillo (Università di Sassari), Luigia Polo (docente di lingua inglese), Hernán Loyola (Ex Docente di Letteratura Ispano Americana, Università di Sassari/Universidad de Santiago de Chile, maggior curatore dell'opera di Pablo Neruda nel mondo), Giovanni Nuscis (poeta e scrittore) Antonio Fiori (poeta e scrittore) Gianfranco Chironi (presidente dell’associazione culturale Verba Manent - Sassari), e Antonio Strinna (poeta e scrittore), Luca Losito (Autore, attore, regista e responsabile ARTS TRIBU).
Sarò a Sassari, presente alla cerimonia della premiazione, il 17 ottobre 2009, data in cui la Città attualizza interamente il suo calendario di “Ottobre in poesia” e, per quattro giorni consecutivi, parteciperò anche agli altri lavori (relazioni, dibattiti e letture) che completano la manifestazione.

D. 2 - Il 28 (venerdì) agosto 2009, ore 21, 30, alle “2rocche”, coordinata da lei, ha avuto luogo l’ultimo incontro/concerto plurale e molteplice degli “Ong non-estinti poetry”. Può dirci qualcosa delle presenze e delle perfomances messe in atto quella sera?
R. 2 - Senza “Frizzi”, senza “Carini” e senza “Fede” eravamo in molti e con molti “Sgarbi”. Battute a parte, non solo gli indigeni erano numerosi ed entusiasti, ma hanno confluito persone e artisti di altre città come Trapani, Ancona e Milano. Andrea Bordonali (Milano), Gabriella Ruggirello, Nina Scammacca, Flora Restivo e Marco Scalabrino (Trapani), Natalia Paci e Valerio Cuccaroni (Ancona).
Per economia di spazio qualche indizio sui testi messi in scena e, per ringraziarli in quanto partecipanti attivi o performers esibitisi con canto, musica, letture di poesie o altri testi, i loro nomi: Marisa Sturiano (lettura di poesie proprie), Giacomo Rallo (il Mazzola marsalese si è esibito con una canzone), Matteo Passalacqua (si è esibito con diverse canzoni), Angelo Rallo (ringraziamo per aver messo, gratuitamente, a disposizione tastiera, microfoni, casse e lampade), Catia Genovese (lettura di poesie), Ninni La Bella (ha letto poesie di Pasolini), Salvatore Giampino (ha letto testi letterari propri), Deika Elmi (ha letto poesie Wislawa Szymborska – nobel letteratura 1996 – e di Virginia Hamilton Adair), Mycol Contiliano e Antonella Bianco (hanno letto poesie di Maria Di Francesco), Massimo Pastore (ha letto “poesie da Guantanamo” e passi di “lettere luterane” di Pasolini), Peppe Mucci (ha letto testi poetici propri e altrui), Alfredo Anania (ha letto la prefazione di A. Camilleri agli “Invisibili/Minori migranti detenuti all’arrivo in Italia”), Nicola Samaritano (ha letto poesie di Daniela Mortillaro). Andrea Bordonali (ha fatto suonare il suo violino con pezzi di autori diversi), Ruggirello Gabriella (ha letto poesie proprie), Nina Scammacca (la letto dalle opere del poeta Nat Scammacca), Flora Restivo e Marco Scalabrino (hanno letto poesie in lingua siciliana tratte dalle loro opere edite), Natalia Paci (ha letto un sua poesia) e Valerio Cuccaroni (ha letto testi poetici di F. Muzzioli/A. M. Pinto, M. Lunetta e N. Contiliano). Flavia Palumbo ha letto “poesie da Guantanamo”, e Gregorio Nicolosi, frequentatore delle “2rocche”, passi della Medea di Seneca.
Mancavano, come sempre, i tanti “artisti locali” che plaudenti (ieri) all’originalità dell’iniziativa non si sono però mai fatti vedere nonostante l’adesione spirituale (meglio, forse, spiritosa!) e la promessa della presenza partecipativa.
Ogni performer ha letto testi propri o altrui, e tutto in un clima di felice convivenza culturale plurale. Serietà, ironia, scherzo e piacere hanno contagiato protagonisti e ascoltatori, tant’è che ne hanno auspicato una terza edizione per l’estate 2010.
Tra i testi “consumati” sullo scenario marino e notturno delle “2rocche” del nostro Capo Boeo, e come un omaggio alla Città e un augurio per un arrivederci, la lettura e l’ascolto di: lettera di Pierluigi Sullo rivolta al papa, “Herr Ratzinger” (Carta, n.25) come controcanto ad una Chiesa della doppia verità (che nega la “perdonanza” a Silvio Berlusconi e ne sposa la linea conservativa e reazionaria razzista) e il testo di Geraldina Colotti – “italiani: vittime e carnefici nelle dittature latino americane”, pubblicato dalla rivista “ARGO n. 15 / OSCENITÀ” e direttore Valerio Cuccaroni (Ancona) – ad opera di N. Contiliano.


Il violino di Andrea Bordonali (Milano) ha eseguito la “Ciarda” di V. Monti, “Tema da Scindler’s List” di J. Williams e il “Capriccio n. 20” di Paganini. Le esecuzioni al violino di Andrea Bordonali, seducente armonia con-sonante con lo scenario notturno del palcoscenico marino di Capo Boeo, possono essere ancora riascoltate cliccando http://www.youtube.com/user/Lucreziocaro90.
“L’odore delle chiese” è invece la poesia di Natalia Paci (Ancona) che qui ci piace riproporre per intero. Il testo si connota per la sua indiscussa qualità poetica e lo spessore etico che traspare dall’armonia erotica con il “sacro” esposto al “blasfemo” (direbbe la stessa autrice):
“L’odore delle chiese non mi appartiene / mi sento extracomunitaria in territorio sacro. // Profanatrice di umori cristiani / prendo a morsi come meretrice / il corpo di cristo: / trasformo stigmata in cicatrice. // Il suo corpo contorto / così magro e sfinito sulla croce / è sempre stato il mio tipo / se lo avessi conosciuto, ci avrei provato / lo avrei voluto come fidanzato / per avere proprio dentro / tutta la fede che non sento”.
Per altri (filosofi: Kierkegaard, Berdjaev, Chestov, Benjamin…), il sacro include/induce allo “scandalo” e alla “violenza fondativa”.
Per Natalia Pace – Presidente dell’Associazione Culturale Nie Wiem di Ancona, partecipante agli incontri dei poetry slam del suo quartiere e coordinatrice di un laboratorio di poesia haiku per persone con disagio psichico –, ospite delle 2rocche (28 agosto 2009) insieme al marito Valerio Cuccaroni, il “sacro” invece è “letizia” erotica e comunione di corpi attraversati dall’amore e dalla sua potenza fusiva. Una potenza corporea, paradossalmente ateo-credente, che il testo di Natalia esalta con peculiare e delicata leggerezza linguistico-poetica: l’enunciazione poetica dove l’eteros del desiderio e del godimento “demonico”, elevatosi alla spiritualità materialistico-straniante, vince i divieti dottrinari e li consegna all’elaborazione estetica e sonora della parola contraddittoria che ritma/rima “dentro” con “non sento”.

D.3 - Cosa ci può dire della sua idea di trasformare le “2rocche” in anfiteatro? Ha avuto riscontri nella locale Amministrazione? Ha abbandonato l’idea? È nata qualche altra idea per la Città e i suoi operatori culturali?
R.3 - La proposta di trasformare l’arco delle “2rocche” in un semianfiteatro, avanzata dal sottoscritto, che ha avuto anche il consenso della vostra redazione, del pubblico dei vostri lettori e di altri cittadini, era/è ancora lanciabile. È augurabile che i successi dell’iniziativa convincano anche gli Amministratori a prendere in seria considerazione la cosa. Finora hanno adottato il ruolo dell’orecchio di Dionisio perforato. Alla condivisione, e al sopralluogo (fatto l’autunno scorso) del Sindaco e del suo Architetto d’Ufficio, è seguito solo il silenzio e null’altro che risposte evasive. Eppure, quest’anno, mi era stato proposto di inserire il notturno del “concerto” anarchico di Capo Boeo nel circuito dell’estate marsalese ufficiale. Ho declinato l’invito. Il progetto non ha nulla d’impossibile (almeno credo). Se è possibile sventrare e “piastrellare” parte della zona archeologica di “Porta Nuova”, perché non sarebbe consentito un intervento trasformativo presso le “2rocche” nel senso proposto dell’anfiteatro?
Per le novità, l’iniziativa è quella di far nascere una redazione marsalese della rivista ARGO (e per chi volesse acquistarla, già disponibile nelle due librerie della Città). L’idea è stata di Valerio Cuccaroni (autore e direttore di ARGO), dopo averlo fatto incontrare con alcuni amici e promesse della “creatività” culturale marsalese. Già questo numero di ARGO (n. 15/Oscenità), percorrendo lo stivale italiano da Nord a Sud, porta gli scritti del trapanese Marco Scalabrino e altri siciliani. Valerio auspica un maggior e più ravvicinato contatto con l’area marsalese.

giovedì 8 ottobre 2009

Poesia a Capo Boeo di Marsala

Una serata poetica a Marsala



L’ Ong non-estinti poetry di Marsala, nel corso del 2009, ha dedicato due serate poetiche alla popolazione migrante e ai “clan-destini”, e contro il razzismo nell’era del capitalismo e del neoliberismo globalizzato.
La prima serata è stata, organizzata in un saletta del bar Zicaffè di Marsala. I poeti, il pubblico e i “fratelli neri” presenti hanno letto poesie della resistenza “nera” e i poeti della “negritudine” tratti dall’“Orfeo nero”, l’antologia poetica del poeta senegalese Senghor.
La seconda serata si è svolta nel mese di agosto sullo storico scoglio delle “2rocche” di Capo Boeo (Marsala). I presenti, e partecipanti (numerosi), hanno letto testi di diversa provenienza letteraria e poetica, ma tutti finalizzati a denunciare il corso del razzismo in atto e le responsabilità dei governi, della Chiesa cattolica e dell’Europa.
Nino Contiliano ha letto la lettera “ A Her Ratzinger” di Pierluigi Sullo (Carta/Cantieri sociali, luglio 2009). Valerio Cuccaroni ha letto la poesia “Non-fortess-europe” tratta da IL TEMPO DEL POETA di Antonino Contiliano, e pubblicato a cura del poeta campano Emilio Piccolo (in occasione de “I venerdì del castello”) per le edizioni del Centro di cultura “Acerra nostra” onlus.
Tutti i filmati delle due serate sono visibili suh ttp://www.youtube.com/user/Lucreziocaro90.

mercoledì 13 maggio 2009

Diritto di“resistenza all’oppressione”


Teatro Impero
Pino Corrias, Marco Travaglio, Antonio Ingroia, Roberto Scarpinato (al centro), Brunot Tinti, Luca Telesi, Perez Comez.



Il giornalismo d’inchiesta a Marsala

(8,9,10 maggio 2009)


di Antonino Contiliano

Grande è il disordine sotto il cielo,

ma la situazione è ottima?

Mao

La situazione è disperata, ma

bisogna essere decisi a cambiarla

Lautréamont



Perché a ciascuno secondo bisogni, possibilità ed elogio della follia. Solo due parole senza mercato e non tornarci più:

1. scommessa pascaliana (l’hasard – “Se sei onesto, per azzardo, o Sesto, puoi vivere” (Marziale) – degli amici Renato (Polizzi) e Vincenzo (Figlioli) - “Communico”);

2. “sfida” (?) dei finanziatori, la Città di Marsala nella sua attuale espressione di Governo istituzionale;

3. semina di ribellione del “giornalismo d’inchiesta” – di documentata verità e condotta – contro il potere e la “rassegnazione dei preti” (Breton) complice quanto cinicamente “omicida”, et simul giusta incitazione di lotta antagonista dura e “a chiare lettere”;

4. partecipazione massiccia, ma timbrata dal “fumo passivo” degli spettatori/uditori – a-dialogo (limite da evitare per altre iniziative: non basta ascoltare per cambiare…) – dei “Marsa-lesi” non disponibili a farsi rubare il futuro.

Basta! Il passato è già saccheggiato e s/venduto Il presente è piuttosto ipotecato, inquietante paesaggio e pestaggio per ogni voce distante!

Non potendo occuparmi di ogni intervento (e per ogni tema delle tre giornate), convoglio la sintonia corale ribelle nell’intervento strutturato (10 maggio 2009) di Roberto Scarpinato. Un pensato e detto di senso complessivo che ha sintetizzato storia, modelli, teoria, prassi, valori, idealità e soggetti dell’ita(g)liota “azienda” all’insegna del feudale dominio schiavistico pastorale e del ritorno dell’impero clerico-politico dei padroni del potere e della vita (“biopotere”, M. Foucault). Un monito, quello di Scarpinato, che invita a non abbassare la guardia contro la recrudescenza della “Santa Allenza” politico-mafiosa e criminale-religiosa che ha bruciato Giordano Bruno, Galileo Galilei…acceso le micce della “strategia della tensione” e delle “stragi di stato” fino al disprezzo del patrimonio della resistenza antifascista e allo svuotamento attuale della Costituzione Repubblicana.

Perché emblematizzare l’intervento di Roberto Scarpinato? Perché ha completato il senso di tutti gli interventi precedenti e successivi lì dove ha visto, sottolineato, la necessità della ricostruzione di un “soggetto collettivo”, sociale, alternativo e senza il quale non c’è espressione di libero pensiero e parola che possa trovare gambe di “comandare obbedendo” o democrazia reale volta al “comune”.

Ieri la classe operaia, oggi la classe dei cogni-operai, degli immateriali-operai o meglio dell’intera umanità di sfruttati e ammazzati come danni collaterali del capitalismo assassino e seminatore di guerre, devastazioni e fame di “popolo della libertà” che mangia persino l’egualibertà della sua stessa, storica rivoluzione “liberale”.

Ed è per questo, e per non dimenticare e svendere il dettato democratico politico-sociale della nostra Costituzione Repubblicana, costante punto di riferimento del dire sostanzioso, antagonista e conflittuale, di Roberto Scarpinato, che vogliamo, qui, ricordare, i primi due articoli della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino (nata dalla Rivoluzione Francese):

Art 1- Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune.

Art. 2- Il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali ed imprescrittibili dell’uomo. Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione.

Il diritto alla “sicurezza” dell’uomo e del cittadino (tale solo se libertà e uguaglianza sono la stessa cosa), in uno stato di democrazia liberale, è il diritto di “resistenza all’oppressione” dei governi.

Il diritto di rivolta e rivoluzione contro l’oppressione e lo sfruttamento è il valore di una modernità spirito-materiale e storica non liquidabile, né in liquidazione neanche nella società “liquida”. Un gruppo di “illuminati” che non si faccia soggetto collettivo e comunitario democratico è solo una scintilla; ma la scintilla rimane viva e si propaga solo se si fa onda-corpuscolo e, di ritorno, corpuscolo-onda come moltitudine “insurgente” e, “marcia dei colori”, “Compagni di strada caminando”.

Un cammino né “unanime” – Democrazia è “regime politico definibile appunto come unione di tutti i cittadini, che esercita collegialmente un diritto sovrano su tutto ciò che è in suo potere. […] In regime democratico infatti […] tutti hanno convenuto di agire […] in base a una decisione presa in comune: non hanno convenuto però di pensare e di ragionare in modo unanime (Spinoza ( Trattato teologico-politico, capp. XVI, XX) – , né un “ideale da realizzare” (Marx) quanto un “movimento” che modifica lo “stato di cose presente” e senza alcun decreto che sia di popolo o di governo di “Cacania” (R. Musil) o della “Corte del Corto” (F.Muzzioli).

martedì 12 maggio 2009

Festival del giornalismo

Il giornalismo d’inchiesta a Marsala

(8,9,10 maggio 2009)



Grande è il disordine sotto il cielo,

ma la situazione è ottima?

Mao

La situazione è disperata, ma

bisogna essere decisi a cambiarla

Lautréamont



Perché a ciascuno secondo bisogni, possibilità ed elogio della follia. Solo due parole senza mercato e non tornarci più:

1. scommessa pascaliana (l’hasard – “Se sei onesto, per azzardo, o Sesto, puoi vivere” (Marziale) – degli amici Renato (Polizzi) e Vincenzo (Figlioli) - “Communico”);

2. “sfida” (?) dei finanziatori, la Città di Marsala nella sua attuale espressione di Governo istituzionale;

3. semina di ribellione del “giornalismo d’inchiesta” – di documentata verità e condotta – contro il potere e la “rassegnazione dei preti” (Breton) complice quanto cinicamente “omicida”, et simul giusta incitazione di lotta antagonista dura e “a chiare lettere”;

4. partecipazione massiccia, ma timbrata dal “fumo passivo” degli spettatori/uditori – a-dialogo (limite da evitare per altre iniziative: non basta ascoltare per cambiare…) – dei “Marsa-lesi” non disponibili a farsi rubare il futuro.

Basta! Il passato è già saccheggiato e s/venduto Il presente è piuttosto ipotecato, inquietante paesaggio e pestaggio per ogni voce distante!

Non potendo occuparmi di ogni intervento (e per ogni tema delle tre giornate), convoglio la sintonia corale ribelle nell’intervento strutturato (10 maggio 2009) di Roberto Scarpinato. Un pensato e detto di senso complessivo che ha sintetizzato storia, modelli, teoria, prassi, valori, idealità e soggetti dell’ita(g)liota “azienda” all’insegna del feudale dominio schiavistico pastorale e del ritorno dell’impero clerico-politico dei padroni del potere e della vita (“biopotere”, M. Foucault). Un monito, quello di Scarpinato, che invita a non abbassare la guardia contro la recrudescenza della “Santa Allenza” politico-mafiosa e criminale-religiosa che ha bruciato Giordano Bruno, Galileo Galilei…acceso le micce della “strategia della tensione” e delle “stragi di stato” fino al disprezzo del patrimonio della resistenza antifascista e allo svuotamento attuale della Costituzione Repubblicana.

Perché emblematizzare l’intervento di Roberto Scarpinato? Perché ha completato il senso di tutti gli interventi precedenti e successivi lì dove ha visto, sottolineato, la necessità della ricostruzione di un “soggetto collettivo”, sociale, alternativo e senza il quale non c’è espressione di libero pensiero e parola che possa trovare gambe di “comandare obbedendo” o democrazia reale volta al “comune”.

Ieri la classe operaia, oggi la classe dei cogni-operai, degli immateriali-operai o meglio dell’intera umanità di sfruttati e ammazzati come danni collaterali del capitalismo assassino e seminatore di guerre, devastazioni e fame di “popolo della libertà” che mangia persino l’egualibertà della sua stessa, storica rivoluzione “liberale”.

Ed è per questo, e per non dimenticare e svendere il dettato democratico politico-sociale della nostra Costituzione Repubblicana, costante punto di riferimento del dire sostanzioso, antagonista e conflittuale, di Roberto Scarpinato, che vogliamo, qui, ricordare, i primi due articoli della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino (nata dalla Rivoluzione Francese):

Art 1- Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune.

Art. 2- Il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali ed imprescrittibili dell’uomo. Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione.

Il diritto alla “sicurezza” dell’uomo e del cittadino (tale solo se libertà e uguaglianza sono la stessa cosa), in uno stato di democrazia liberale, è il diritto di “resistenza all’oppressione” dei governi.

Il diritto di rivolta e rivoluzione contro l’oppressione e lo sfruttamento è il valore di una modernità spirito-materiale e storica non liquidabile, né in liquidazione neanche nella società “liquida”. Un gruppo di “illuminati” che non si faccia soggetto collettivo e comunitario democratico è solo una scintilla; ma la scintilla rimane viva e si propaga solo se si fa onda-corpuscolo e, di ritorno, corpuscolo-onda come moltitudine “insurgente” e, “marcia dei colori”, “Compagni di strada caminando”.

Un cammino né “unanime” – Democrazia è “regime politico definibile appunto come unione di tutti i cittadini, che esercita collegialmente un diritto sovrano su tutto ciò che è in suo potere. […] In regime democratico infatti […] tutti hanno convenuto di agire […] in base a una decisione presa in comune: non hanno convenuto però di pensare e di ragionare in modo unanime (Spinoza ( Trattato teologico-politico, capp. XVI, XX) – , né un “ideale da realizzare” (Marx) quanto un “movimento” che modifica lo “stato di cose presente” e senza alcun decreto che sia di popolo o di governo di “Cacania” (R. Musil) o della “Corte del Corto” (F.Muzzioli).