giovedì 27 gennaio 2011

L’Ero(s)diade / La binaria dell’asiento di A. Contiliano alla “Fardelliana”

L’Ero(s)diade / La binaria dell’asiento di A. Contiliano alla “Fardelliana”
Trapani, 27 gennaio 2011, ore 17,30


Dopo i 100 poeti in sciopero di “Calpestare l’oblio” (Roma 8 gennaio 2011) e i 105 poeti antimafia – “L’impoetico mafioso” (curato da G. Lucini) –, di cui si è tenuta la presentazione al Carmine di Marsala (sala affollatissima) con l’intervento di Rita Borsellino (parlamentare europeo), e dello stesso poeta Lucini, l’autore marsalese N. Contiliano è protagonista di un’altra presentazione.
Intanto per la manifestazione di “Calpestare l’oblio” e di “L’impoetico mafioso” si possono vedere i filmati (passaggi vari) sul sito http://www.youtube.com/user/Lucreziocaro90.
La nuova opera – L’Ero(s)diade / La binaria dell’asiento (Quaderni di Collettivo R /Atahualpa, Firenze 2010) – di Contiliano, all’insegna sempre della sua poetica “impegnata”, sarà presentata il 27 gennaio 2011, ore 17,30, nella sala conferenze della biblioteca “Fardelliana” di Trapani. L’organizzazione è stata curata dalla Dir. Sig.ra Margherita Giacalone. Interverranno due docenti dell’Università di Palermo: Sergio Pattavina (autore dell’introduzione al libro: “L’indignazione di Contiliano”), e Marta Barbaro (che ha curato già un lavoro saggistico sulla poesia di Contiliano. Il saggio, prossimamente, sarà edito dalla rivista “Arenaria” di Palermo (“Arenaria” – Collana di ragguagli di letteratura moderna e contemporanea – esce a cura del poeta Lucio Zinna).



In breve, sull’opera, la cui copertina è illustrata dalla semantica artistica del quadro – “L’isola non è arrivo 2” – del pittore Giacomo Cuttone (presente anche lui alla “Fardelliana”), evidenziamo qualche stralcio critico. Le brevi citazioni critiche sono tratte dall’introduzione del prof. S. Pattavina e dal lavoro saggistico della prof.ssa M. Barbaro.



Sergio Pattavina: “L’indignazione di Contiliano giunge qui al diapason, e mentre riafferma, quasi “poesia a comizio” che “non è più tempo di chiedere/ esigere è tempo e insieme/ danzare come zanzare/ tumori parole bando sbando/ più incendio e bandoliere” (Cave avatar), cerca e ci invita a cercare un varco, una via, un “anello che non tiene”, per l’estremo assalto al cielo: “noi cerchiamo un varco di cielo, come ieri/ e vendere avventurieri le menzogne/ quelle di cui il mercato si vergogna/ perché vogliamo più velieri che zinco/ e navigare pirati che sanno del no, rappeurs” (Cabròn). Fra la soggettività del poeta, dunque, con i suoi principi astratti di libertà, eguaglianza, solidarietà, pace, si istituisce un acrimonioso disaccordo con la realtà empirica fatta di sfruttamento, di guerre imperialiste, di vecchi e nuovi fascismi, di razzismo, che dà luogo all’invettiva, all’ironia, agli stratagemmi più “in-sensati” per disarticolare il discorso, stravolgendone alchemicamente il linguaggio, dei texta (letterari, giornalistici, televisivi) del potere, appannaggio delle classi dominanti”.


Marta Barbaro: “In Ero(s)diade c’è di tutto: dalle guerre alle migrazioni, dall’invettiva anticlericale alla denuncia dell’economia neoliberista, dalle catastrofi ambientali all’11 settembre, dalla cronaca alla politica, con nomi, cognomi e fatti che interessano la vita italiana e mondiale; e ancora, attingendo dagli slogan della comunicazione televisiva così come dal cinema e dai linguaggi settoriali, e alternando le competenze di astronomia e di fisica quantistica con quelle del mondo informatico e tecnologico, si passa dal macro della storia e della cosmologia al micro delle particelle subatomiche e dei bit digitali. Non solo ogni testo investe un ambito o un problema diverso del nostro presente, così come ci indicano i diversi titoli, ma all’interno di ogni singolo componimento i temi e i codici s’intrecciano e sembrano generarsi gli uni dagli altri” (dal saggio di prossima pubblicazione su (“Arenaria”).
Chiudiamo anticipando che è in arrivo un’altra antologia che porta altri testi poetici di A. Contiliano. Per intanto estendiamo un invito: essere partecipi alla presentazione del 27 gennaio 2011, ore 17,30, alla “Fardelliana” di Trapani.

mercoledì 19 gennaio 2011

I "100 poeti contro la mafia" a Marsala





Epos, Poesia civile e politica


Gianmario Lucini (L’impoetico mafioso, introduzione)

L’idea dalla quale prende corpo questa antologia, nasce da riflessioni intorno al ruolo della poesia nella società contemporanea. La poesia infatti, fin dalle sue origini, ha sempre avuto un ruolo importante […] in ogni grande cultura. […]nella civiltà greca, il primo strumento di diffusione della nascente filosofia, fino a Socrate e Platone: ricordiamo ad esempio il poema di Parmenide, le sentenze dell’ermetico Eraclito. […] La poesia era anche memoria storico-mitica, memoria delle gesta dell’origine perduta nel tempo, la consacrazione delle gesta in un’epica da tramandare ai posteri come elemento di identità e di coesione sociale. […] I tempi cambiarono ed oggi si è giunti, dopo venticinque secoli, ad una poesia svuotata di ruolo, scissa ed esiliata in un limbo, spesso in colloquio solo con se stessa all’interno di una bolla di sapere che definiamo “letteratura”. […] Nessuno più immaginerebbe di veder partecipare le masse ad una recita di poesia, come accadeva nel teatro greco, ma bisogna pur soggiungere che le nostre moderne recite di poesia sono a volte qualcosa di davvero deprimente. […] I cosiddetti “reading” di poesia – oggi – […]non hanno la capacità di suscitare quel sentimento di empatia e l’alone affettivo che invece suscitava (e suscita ancor oggi) la poesia epica. Essa parlava della pòlis, del suo popolo e della sua vita, dei suoi problemi, dei suoi dubbi, delle sue paure ataviche. Era una poesia capace di stare dentro la società storica e proporsi con un ruolo molto chiaro, quello di interprete della umanità più profonda, di metterla in scena anche nelle sue contraddizioni e nei suoi dolorosi paradossi. La poesia contemporanea invece, troppo spesso, è la noiosa e monocorde proposta di un “Io poetico” solipsistico, che non si cura dell’altro, ma solo di se stesso, non si sente responsabile del processo di comunicazione, ma si mette gegenstand, di fronte, troppo spesso da un pulpito, dall’interno di un gioco le cui regole non sono chiare a nessuno, forse neppure al poeta stesso. La poesia antica era criticabile da tutti, per questo fiorivano gli agoni poetici che ci hanno regalato la migliore poesia classica.
La poesia contemporanea spesso non è criticabile perché non condivide con nessuno i suoi criteri di senso. […]E allora non c’è da meravigliarsi se la gente “non legge poesia”. Io credo che sia non tanto una questione di livello culturale, ma piuttosto di igiene mentale, una forma di auto-difesa dal non-senso della poesia decaduta e auto-referenziale.
Pertanto, se cerchiamo un riscontro in qualche modo ”letterario” alla creazione di questa antologia, sta proprio in questo: nel trovare un palinsesto che consenta ai poeti che vi aderiscono di scrivere una pagina di epica, in senso lato, non certo letterale. Questa antologia illustra, per campionature, come il poeta “vede” o “sente” quello che accade nel mondo e di cui si occupa di solito non la poesia ma la cronaca. Purtroppo la cronaca è molto circostanziata, quando lo è, nel “narrare” i fatti, ma non nell’esprimere una visione del mondo, ossia un pensiero (poetico, s’intende, non certo noetico). Questa particolare visione poetica, che è trasmessa attraverso le componenti più simboliche del linguaggio, è demandata all’arte: la cronaca non può farlo. E se l’arte non produce una visione simbolica dei fatti di cronaca, allora alla cronaca difetterà sempre una connotazione profonda e passerà sulle nostre coscienze senza lasciare traccia, come si trattasse di fatalità. Di conseguenza non facciamo niente, anche quando la cronaca ci narra fatti raccapriccianti. Infatti, quasi senza lasciare traccia passano, nella coscienza collettiva, le guerre, passano le ingiustizie planetarie, passa la rapina all’ambiente, passa ogni mafia, ogni corruzione, ogni impoetico. Il tutto va a gonfiare il cosiddetto rimosso collettivo, la spazzatura sotto il tappeto del salotto buono. La notizia invero dura tre giorni, l’arte ben fatta dura invece per sempre.
[…].
Questa è l’ottica che ci ha consigliato di mettere tra parentesi l’esigenza di selezionare i testi scegliendo soltanto quelli più pregiati dal punto di vista letterario. Infatti, in questo momento storico di ampia sottovalutazione dell’impatto devastante della cultura mafiosa in ogni ambito sociale, è molto più importante raccogliere un segnale chiaro, esprimere una volontà diffusa nella comunità letteraria, raccogliere ogni contributo, ogni proposito. […]
Il nostro piccolo segnale alla cultura mafiosa mi pare dunque forte e chiaro, anche se non forte come sarebbe potuto essere, visto che molti fra i nomi più noti delle lettere non vi hanno aderito (peraltro immagino che forse molti non l’abbiano neppure saputo): e quindi giriamo a loro questa parte di responsabilità, poiché i poeti che qui hanno partecipato hanno assolto la loro parte di impegno nell’assumersi un ruolo preciso, che in qualche modo li impegna anche per il futuro.
[…]
E vorrei rendere omaggio anche a coloro che hanno combattuto la mafia non con le parole ma con la vita. Vorrei che questa antologia fosse un omaggio alla memoria di migliaia e migliaia di vittime che hanno lottato per la libertà e la dignità del lavoro, della vita, per i princìpi che stanno alla base di una qualsiasi convivenza democratica e dunque per il futuro di noi tutti. […]perché "un Paese vuol dire non essere soli”, per dirla con Cesare Pavese […]Purtroppo NON è così ed anche le manifestazioni indette in ricordo dei morti ammazzati per mafia, come quella del 21 marzo organizzata da qualche anno dall’Associazione “Libera”, trovano un consenso ancora poco adeguato, poca risonanza sui Media e, soprattutto, poco dibattito culturale.
L’antologia è dedicata alla memoria di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, in provincia di Salerno, ucciso dai mafiosi perché si opponeva a una politica di sfruttamento del territorio - alla cosiddetta “ecomafia”.
[…]
Lo vogliamo ricordare, con le migliaia di eroi (questi sì, non altri per i quali sono state chieste medaglie e monumenti...) conosciuti come Peppino Impastato, Vincenzo Grasso, Lollò Cartisano, Rocco Gatto (il mugnaio di Gioiosa Jonica), Rocco Chinnici, don Puglisi, i giudici Falcone, Borsellino, Livatino, ed altri citati nelle poesie, e i molti sconosciuti che hanno difeso da soli, spesso in un clima di collettiva indifferenza se non di omertà, la libertà di tutti – o quel poco che ne rimane. Non basterebbe un libro come questo ad elencare tutti i morti di mafia, né a descrivere tutte le tipologie di reato che caratterizzano le attività della mafia, in ogni ambito della convivenza civile.

I "100 poeti contro la mafia" a Marsala

Epos, Poesia civile e politica


Gianmario Lucini (L’impoetico mafioso, introduzione)

L’idea dalla quale prende corpo questa antologia, nasce da riflessioni intorno al ruolo della poesia nella società contemporanea. La poesia infatti, fin dalle sue origini, ha sempre avuto un ruolo importante […] in ogni grande cultura. […]nella civiltà greca, il primo strumento di diffusione della nascente filosofia, fino a Socrate e Platone: ricordiamo ad esempio il poema di Parmenide, le sentenze dell’ermetico Eraclito. […] La poesia era anche memoria storico-mitica, memoria delle gesta dell’origine perduta nel tempo, la consacrazione delle gesta in un’epica da tramandare ai posteri come elemento di identità e di coesione sociale. […] I tempi cambiarono ed oggi si è giunti, dopo venticinque secoli, ad una poesia svuotata di ruolo, scissa ed esiliata in un limbo, spesso in colloquio solo con se stessa all’interno di una bolla di sapere che definiamo “letteratura”. […] Nessuno più immaginerebbe di veder partecipare le masse ad una recita di poesia, come accadeva nel teatro greco, ma bisogna pur soggiungere che le nostre moderne recite di poesia sono a volte qualcosa di davvero deprimente. […] I cosiddetti “reading” di poesia – oggi – […]non hanno la capacità di suscitare quel sentimento di empatia e l’alone affettivo che invece suscitava (e suscita ancor oggi) la poesia epica. Essa parlava della pòlis, del suo popolo e della sua vita, dei suoi problemi, dei suoi dubbi, delle sue paure ataviche. Era una poesia capace di stare dentro la società storica e proporsi con un ruolo molto chiaro, quello di interprete della umanità più profonda, di metterla in scena anche nelle sue contraddizioni e nei suoi dolorosi paradossi. La poesia contemporanea invece, troppo spesso, è la noiosa e monocorde proposta di un “Io poetico” solipsistico, che non si cura dell’altro, ma solo di se stesso, non si sente responsabile del processo di comunicazione, ma si mette gegenstand, di fronte, troppo spesso da un pulpito, dall’interno di un gioco le cui regole non sono chiare a nessuno, forse neppure al poeta stesso. La poesia antica era criticabile da tutti, per questo fiorivano gli agoni poetici che ci hanno regalato la migliore poesia classica.
La poesia contemporanea spesso non è criticabile perché non condivide con nessuno i suoi criteri di senso. […]E allora non c’è da meravigliarsi se la gente “non legge poesia”. Io credo che sia non tanto una questione di livello culturale, ma piuttosto di igiene mentale, una forma di auto-difesa dal non-senso della poesia decaduta e auto-referenziale.
Pertanto, se cerchiamo un riscontro in qualche modo ”letterario” alla creazione di questa antologia, sta proprio in questo: nel trovare un palinsesto che consenta ai poeti che vi aderiscono di scrivere una pagina di epica, in senso lato, non certo letterale. Questa antologia illustra, per campionature, come il poeta “vede” o “sente” quello che accade nel mondo e di cui si occupa di solito non la poesia ma la cronaca. Purtroppo la cronaca è molto circostanziata, quando lo è, nel “narrare” i fatti, ma non nell’esprimere una visione del mondo, ossia un pensiero (poetico, s’intende, non certo noetico). Questa particolare visione poetica, che è trasmessa attraverso le componenti più simboliche del linguaggio, è demandata all’arte: la cronaca non può farlo. E se l’arte non produce una visione simbolica dei fatti di cronaca, allora alla cronaca difetterà sempre una connotazione profonda e passerà sulle nostre coscienze senza lasciare traccia, come si trattasse di fatalità. Di conseguenza non facciamo niente, anche quando la cronaca ci narra fatti raccapriccianti. Infatti, quasi senza lasciare traccia passano, nella coscienza collettiva, le guerre, passano le ingiustizie planetarie, passa la rapina all’ambiente, passa ogni mafia, ogni corruzione, ogni impoetico. Il tutto va a gonfiare il cosiddetto rimosso collettivo, la spazzatura sotto il tappeto del salotto buono. La notizia invero dura tre giorni, l’arte ben fatta dura invece per sempre.
[…].
Questa è l’ottica che ci ha consigliato di mettere tra parentesi l’esigenza di selezionare i testi scegliendo soltanto quelli più pregiati dal punto di vista letterario. Infatti, in questo momento storico di ampia sottovalutazione dell’impatto devastante della cultura mafiosa in ogni ambito sociale, è molto più importante raccogliere un segnale chiaro, esprimere una volontà diffusa nella comunità letteraria, raccogliere ogni contributo, ogni proposito. […]
Il nostro piccolo segnale alla cultura mafiosa mi pare dunque forte e chiaro, anche se non forte come sarebbe potuto essere, visto che molti fra i nomi più noti delle lettere non vi hanno aderito (peraltro immagino che forse molti non l’abbiano neppure saputo): e quindi giriamo a loro questa parte di responsabilità, poiché i poeti che qui hanno partecipato hanno assolto la loro parte di impegno nell’assumersi un ruolo preciso, che in qualche modo li impegna anche per il futuro.
[…]
E vorrei rendere omaggio anche a coloro che hanno combattuto la mafia non con le parole ma con la vita. Vorrei che questa antologia fosse un omaggio alla memoria di migliaia e migliaia di vittime che hanno lottato per la libertà e la dignità del lavoro, della vita, per i princìpi che stanno alla base di una qualsiasi convivenza democratica e dunque per il futuro di noi tutti. […]perché "un Paese vuol dire non essere soli”, per dirla con Cesare Pavese […]Purtroppo NON è così ed anche le manifestazioni indette in ricordo dei morti ammazzati per mafia, come quella del 21 marzo organizzata da qualche anno dall’Associazione “Libera”, trovano un consenso ancora poco adeguato, poca risonanza sui Media e, soprattutto, poco dibattito culturale.
L’antologia è dedicata alla memoria di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, in provincia di Salerno, ucciso dai mafiosi perché si opponeva a una politica di sfruttamento del territorio - alla cosiddetta “ecomafia”.
[…]
Lo vogliamo ricordare, con le migliaia di eroi (questi sì, non altri per i quali sono state chieste medaglie e monumenti...) conosciuti come Peppino Impastato, Vincenzo Grasso, Lollò Cartisano, Rocco Gatto (il mugnaio di Gioiosa Jonica), Rocco Chinnici, don Puglisi, i giudici Falcone, Borsellino, Livatino, ed altri citati nelle poesie, e i molti sconosciuti che hanno difeso da soli, spesso in un clima di collettiva indifferenza se non di omertà, la libertà di tutti – o quel poco che ne rimane. Non basterebbe un libro come questo ad elencare tutti i morti di mafia, né a descrivere tutte le tipologie di reato che caratterizzano le attività della mafia, in ogni ambito della convivenza civile.

lunedì 10 gennaio 2011

UN OSSERVATORIO SULLA QUESTIONE CULTURALE ITALIANA


(da sn: Natalia Paci, Nino Contiliano, Valerio Cuccaroni, Davide Nota, Davide Gariti, Beppe Costa, Matteo Fantuzzi, Fabio Orecchini)


NELLA SECONDA ASSEMBLEA NAZIONALE DI CALPESTARE L'OBLIO
POETI, GIORNALISTI, STUDENTI, SINDACATI, PARTITI
GIUNTI DA TUTTA ITALIA PROPONGONO
UN OSSERVATORIO SULLA QUESTIONE CULTURALE ITALIANA
UN REFERENDUM ABROGATIVO DELLA LEGGE GELMINI
E CHIEDONO UN INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

LUNEDì 10 GENNAIO “CALPESTARE L'OBLIO” A TG3 LINEA NOTTE

ROMA – Sabato 8 gennaio 2011, in un affollatissimo locale del quartiere San Lorenzo, il Beba Do Samba, si è tenuta, di fronte a una platea di oltre 200 persone, la seconda Assemblea nazionale di “Calpestare l'oblio”, a cui hanno preso parte poeti giunti da tutta Italia, giornalisti come Pietro Spataro (vice-direttore dell'Unità), Angelo Mastrandrea (vice-direttore del Manifesto), Donatella Coccoli (direttore di Left-Avvenimenti), i collettivi universitari “Abbiamo fame di cultura” (Studi Orientali), Coordinamento K5, la rete di collettivi auto-organizzati “Ateneinrivolta”, i registi Beppe Gaudino e Isabella Sandri, Cristian Sesena (CGIL), Matteo Orfini (responsabile culturale del PD), Stefania Brai (responsabile culturale PRC), Danilo Borrelli (Giovani Comunisti), i rappresentanti del movimento dei lavoratori dello spettacolo MOVEM09 e del Network delle facoltà ribelli UNIRIOT; in video l'intervento di Nichi Vendola (per vedere il video: http://www.youtube.com/watch?v=nDaVg6FChb8)-

Nato come opera poetica di impegno civile nel novembre 2009, capace di attirare l'attenzione non solo degli addetti ai lavori ma dei maggiori media nazionali, dall'8 gennaio 2010 “Calpestare l'oblio” si è auto-organizzato in un vasto movimento spontaneo di rivolta generale contro quello che i promotori hanno definito il “trentennio dell'interruzione culturale” e della “rimozione della coscienza critica”.
A un anno di distanza, dopo una serie di iniziative tenute in tutta Italia, i curatori del progetto Davide Nota (rivista La Gru), Fabio Orecchini (rivista Argo e Beba Do Samba) e Valerio Cuccaroni (rivista Argo) hanno cercato di tirare le fila e, al termine di oltre quattro ore di discussione ininterrotta, l'Assemblea si è accordata su alcuni punti chiave:
 unire le lotte di studenti, ricercatori, precari della scuola, operatori del mondo dello spettacolo, giornalisti, metalmeccanici;
 promuovere un'arte “contaminata”, ovvero un'arte che non solo racconti il presente, ma cammini nel presente e lotti per un futuro migliore;
 istituire un osservatorio sulla questione culturale italiana, un luogo aperto di incontro per una pluralità gravida di domande e orfana di risposte: scrittori e piccoli editori, attori registi e produttori, teatranti, artisti e operatori culturali in genere, studenti, ricercatori e insegnanti;
 promuovere un referendum abrogativo della Legge Gelmini, da associare a quello sull'Acqua e sul collegato lavoro, convocando tutti i partiti del centro-sinistra attorno a un tavolo comune per discutere e raticare;
 chiedere al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di accompagnare le dichiarazioni sull'emergenza giovani con concrete sollecitazioni al Governo di centro-destra perché attinga i fondi necessari alla cultura dall'evasione fiscale, affinché non venga lasciato quest'onore solo e sempre al centro-sinistra.

La serata è continuata con le letture dei poeti di “Calpestare l'oblio” e altri che hanno aderito spontaneamente al progetto, i concerti del gruppo Pane e del fondatore del Canzoniere del Lazio Piero Brega.

Lunedì 10 gennaio l'opera e il progetto “Calpestare l'oblio” verranno presentati in diretta su TG3 LINEA NOTTE da Valerio Cuccaroni, curatore della Collana Argo e autore dell'introduzione all'opera “Calpestare l'oblio. Cento poeti contro la minaccia incostituzionale, per la resistenza della memoria repubblicana” (Cattedrale, Coll. Argo, 2010). L'introduzione riprende e aggiorna un articolo, tradotto in francese e pubblicato a marzo 2010 dal mensile parigino Le Monde diplomatique nel proprio blog Le lac des signes.

PROSSIMI APPUNTAMENTI
I poeti in rivolta di “Calpestare l'oblio” torneranno a riunirsi e incontrare la cittadinanza:
Sabato 22 gennaio, ore 18, Libreria Rinascita, Ascoli Piceno
Venerdì 11 febbraio, ore 21, Bartleby, Bologna

Hanno aderito a “Calpestare l'oblio”, finora:

i giornalisti e intellettuali: Angela Azzaro (Gli Altri), Leonardo Bonetti, Tonino Bucci (Liberazione), Donatella Coccoli (Left), Geraldina Colotti - Tommaso Di Francesco - Pietro Ingrao - Angelo Mastrandrea (il manifesto), Manuel Cohen, Furio Colombo (Il Fatto quotidiano), Enrico Ghezzi (Rai), Michele Arcangelo Firinu, Elio Matarazzo, Giovanna Nuvoletti (Rolling Stone), Simone Oggionni, Giancarlo Rossi (Rai Radio 1), Luigi Alberto Sanchi, Isabella Sandri, Pietro Spataro (l’Unità), Tommaso Ottonieri;

gli artisti: Nicola Alessandrini e Valeria Colonnella, Jakob De Chirico, Beppe e Isabella Gaudino (movimento dei lavoratori dello spettacolo MOVEM09);

le riviste, web-zine e blog: Absoluteville, Argo, Blanc de ta nuque, Bollettario, Farepoesia, La Gru, Metromorfosi Infocritica, Micromega, Poesia2puntozero, Post it, Il primo amore, Versodove;

le associazioni: Agave, Aidoru/Teatro Valdoca, Anpi, Arcipelago scec, Azimut onlus, Casa delle culture di Ancona, Donne dasud, Gasper Roma, Iodonna, Istituto Storia Marche, Licenze poetiche, Meddletv, Milanocosa, Osservatorio nazionale amianto, Svolta a sinistra, Zuccherificio;

i collettivi universitari: Abbiamo fame di cultura, Ateneinrivolta, Collettivo Lettere Filosofia Firenze, Coordinamento K5, Assemblea Scienze politiche Romatre, Uniriot;

gli editori: Fara editore, Pellicanolibri, Polimata, Senzapatria, Zona;

i comuni: Ancona e Grottammare e la provincia di Ancona

i sindacati: Cgil, Cobas;

i politici: Danilo Borrelli (Giovani Comunisti), Stefania Brai (PRC), Matteo Orfini (PD), Nichi Vendola (SEL);

i poeti e scrittori: i co-autori di “Calpestare l’oblio” Francesco Accattoli, Annelisa Addolorato, Nadia Agustoni, Fabiano Alborghetti, Augusto Amabili, Viola Amarelli, Antonella Anedda, Gian Maria Annovi, Danni Antonello, Luca Ariano, Roberto Bacchetta, Martino Baldi, Nanni Balestrini, Maria Carla Baroni, Vittoria Bartolucci, Alberto Bellocchio, Luca Benassi, Alberto Bertoni, Gabriella Bianchi, Marco Bini, Brunella Bruschi, Franco Buffoni, Michele Caccamo, Maria Grazia Calandrone, Carlo Carabba, Nadia Cavalera, Enrico Cerquiglini, Antonino Contiliano, Beppe Costa, Andrea Cramarossa, Walter Cremonte, Maurizio Cucchi, Gianluca D’Andrea, Roberto Dall’Olio, Gianni D’Elia, Daniele De Angelis, Francesco De Girolamo, Vera Lùcia De Oliveira, Eugenio De Signoribus, Nino De Vita, Luigi Di Ruscio, Marco Di Salvatore, Alba Donati, Stefano Donno, Fabrizio Falconi, Matteo Fantuzzi, Anna Maria Farabbi, Angelo Ferrante, Loris Ferri, Fabio Franzin, Tiziano Fratus, Andrea Garbin, Davide Gariti, Massimo Gezzi, Maria Elisa Giocondo, Marco Giovenale, Mariangela Guatteri, Raimondo Iemma, Andrea Inglese, Giulia Laurenzi, Maria Lenti, Bianca Madeccia, Maria Grazia Maiorino, Francesca Mannocchi, Giulio Marzaioli, Emiliano Michelini, Guido Monti, Silvia Monti, Davide Morelli, Renata Morresi, Giovanni Nadiani, Davide Nota, Opiemme (laboratorio), Fabio Orecchini, Claudio Orlandi, Natalia Paci, Adriano Padua, Susanna Parigi, Fabio Giovanni Pasquarella, Giovanni Peli, Enrico Piergallini, Antonio Porta, Alessandro Raveggi, Rossella Renzi, Roberto Roversi, Lina Salvi, Stefano Sanchini, Flavio Santi, Lucilio Santoni, Giuliano Scabia, Francesco Scarabicchi, Alessandro Seri, Marco Simonelli, Enrico Maria Simoniello, Giancarlo Sissa, Luigi Socci, Alfredo Sorani, Pietro Spataro, Roberta Tarquini, Rossella Tempesta, Enrico Testa, Fabio Teti, Emiliano Tolve, Adam Vaccaro, Antonella Ventura, Lello Voce, Matteo Zattoni + Leonardo Bonetti, Dina Basso, Tiziana Cera Rosco, Massimiliano Chiamenti, David Colantoni, Azzurra D’Agostino, Sara Davidovics, Marco Di Paquale, Chiara Daino, Alessandro Giammei, Mario Lunetta, Michele Ortore, Luisa Pianzola, Schiavone Ivan, Christian Tito, Cristian Sesena, Jonata Sabbioni.

Con preghiera di diffusione, pubblicazione e partecipazione.





“Calpestare l'oblio” è a cura di:
Davide Nota - Rivista “La Gru” 327 6948405
Fabio Orecchini - Ass.Cult. “Beba do Samba” 339 6374741
Valerio Cuccaroni - Rivista “Argo” 335 1099665

Il seme e la lotta dei poeti di "Calpestare l'oblio"



(da sn: Natalia Paci, Nino Contiliano, Valerio Cuccaroni, Davide Nota, Davide Gariti, Beppe Costa, Matteo Fantuzzi, Fabio Orecchini).



Documento d’apertura della Seconda assemblea nazionale di Calpestare l’oblio “Beba do Samba” (Roma, 8 gennaio 201)
(letto a cura di Davide Nota)


Come mai gli studenti in rivolta non condividono la rivolta dei poeti e i poeti ignorano i contenuti delle assemblee degli atenei?
Per quale motivo il mondo del giornalismo non ha a cuore la sorte degli scrittori esiliati dalla società italiana e viceversa?
Perché le voci dei lavoratori precari dell’istruzione non si intrecciano con le armonie dei nuovi musicisti o con le riflessioni dei nuovi intellettuali costretti alla fuga?
Come mai ogni ambito della cultura della società italiana vive in questa forma di separazione la propria crisi e il proprio dissidio nei confronti dell’ideologia nazionale più ignorante ed arrogante d’Europa?

Calpestare l’oblio, che al di là del pretesto antologico dei cento poeti uniti contro la rimozione della memoria repubblicana si è da tempo auto-sviluppato nelle forme di un vasto movimento spontaneo di rivolta generale contro quello che abbiamo definito il trentennio della interruzione culturale e della rimozione della coscienza critica, poetica ed artistica dai media italiani, vuole dire che una vasta e crescente porzione generazionale non intende più rassegnarsi al silenzio di fronte alla desertificazione culturale del proprio Paese, desertificazione che se può essere definita sinteticamente “berlusconismo” più propriamente è la storia di trent’anni di vita nazionale, un trentennio battezzato nel 1978 con la fondazione di Telemilano cavo e da cui, con non pochi silenzi o assensi anche a sinistra, ha avuto inizio quel progetto malato di pacificazione ed unificazione nazionale fondato sulla lobotomia di massa e sulla pedagogia mediatica del disimpegno, del disinteresse, dell’indifferenza ed infine del più volgare cinismo, di cui viviamo oggi le più desolanti ed evidenti conseguenze.

Un’antropologia nazionale fondata sul dogma del disincanto, sulla solitudine di massa e su un individualismo senza individualità, in cui i canoni pur necessari e ineludibili della società liquida e postmoderna sono stati imbrigliati e incanalati in una delle più spaventose operazioni coatte, e cioè progettuali, di devastazione delle coscienze, della memoria, della percezione stessa della dimensione temporale e di omologazione attorno ad un unico ed uniforme inconscio collettivo rappresentato dallo spettacolo televisivo italiano, che ha plasmato nel corso dei decenni a propria immagine e somiglianza un’intera comunità smarrita e trainata nella più greve regressione culturale e antropologica.

Quella che abbiamo definito in quest’anno di lotta come “ideologia della separazione” (tra ruoli sociali, ambienti, generi, individui) è riuscita nel silenzio generalizzato a radicarsi nel Dna di quel corpo sano che era stato, dalla Resistenza contro il fascismo alla simbolica morte di Pasolini, un autentico coordinamento plurale di produzioni e diffusione di culture, sensibilità e coscienze come presagio e presentimento di un Paese da costruire nell’alleanza e nel continuo scambio tra fermento artistico, vivacità giornalistica, approfondimento scolastico e ricerca universitaria.

I tre ambiti che come saprete abbiamo oggi convocato sono in rappresentanza, ancora necessariamente simbolica e non scientifica, del mondo dell’arte (la produzione di opere), il mondo degli studi universitari e il mondo del giornalismo culturale legato a quella porzione di visione politica che dovrebbe avere a cuore un’idea alternativa di società e di sviluppo, fondati sulla partecipazione democratica alla cosa pubblica e sullo sviluppo delle opportunità di conoscenza e diffusione culturale.
Ad oggi, come risulta evidente, questi tre ambienti vivono e svolgono i propri percorsi come monadi separate, persino quando le loro intenzioni di lotta convergerebbero naturalmente verso uno stesso obiettivo che è il superamento del pantano storico nazionale.
Sono qui presenti Pietro Spataro, vicedirettore de L’Unità, Donatella Coccoli, direttrice di Left - Avvenimenti, che hanno già seguito e condiviso dallo scorso anno la nostra campagna, Angelo Mastrandrea, vicedirettore de Il manifesto, Il fatto quotidiano, Liberazione e Gli altri.
Abbiamo inoltre invitato alcuni referenti culturali del mondo politico per metterli al corrente delle nostre riflessioni. Sono qui presenti Matteo Orfini del Partito democratico e Stefania Brai di Rifondazione comunista, mentre per SEL proietteremo un breve saluto di Nichi Vendola che oggi è all’estero ma che avrà presto sotto mano i documenti che seguiranno l’assemblea.
Sono inoltre presenti alcuni sindacalisti della Cgil nazionale e dei Cobas, oltre che numerosi altri ospiti che presenteremo nel corso dell’assemblea.

L’assemblea sarà videoripresa da alcuni giovani registi della Scuola di Cinema ACT di Cinecittà, che nei prossimi mesi ne faranno un documentario sulla rivolta dei poeti, sul movimento studentesco e sulle lotte sindacali in atto contro il ricatto dei grandi patrimoni economici nei confronti degli individui inermi in quanto separati, documentario che sarà poi capillarmente diffuso sul web e in tutte le città d’Italia per amplificare in tutte le sue forme e potenzialità il portato di questa campagna.

Tornando alla questione culturale, e nello specifico poetica, dovremmo forse chiederci il motivo per cui una comunità - anche a sinistra - non ha ritenuto più necessario tramandarsi una educazione e sensibilità che in definitiva è la capacità di condividere una visione complessiva e collegata dei fenomeni del mondo, per cui anche un sonetto paesaggistico parla di una visione del mondo, delle relazioni e della coscienza che un individuo storico ha di sé. Quanto avviene nel testo è sempre un modo di pensare e di interpretare un contesto.

E una società, o meglio, un intreccio di poteri che ha dominato nell’ultimo trentennio la società italiana fondando il proprio controllo sociale sulla disgregazione degli individui e sulla separazione coatta dei fenomeni per cui tutto il reale apparisse arbitrariamente preesistente, inconoscibile ed irremovibile, non poteva che essere radicalmente e naturalmente nemico della poesia, così come è stato inconsciamente nemico di ogni spazio di riflessione e di socializzazione non traducibile in rendiconto immediatamente spendibile e strumentalizzabile, spazio che infatti il potere italiano ha rimosso prima dalla comunicazione e poi dalla società reale. Questo è l’oblio che intendiamo calpestare.

Calpestare l’oblio, che come appare chiaro non è più soltanto un libro ma è un movimento culturale libero, spontaneo ed eterogeneo, rilancia a partire da questo momento la costituzione di un osservatorio, aperto e plurale, sulla questione culturale italiana.
È prematuro discutere ora delle forme e delle periodicità che tale strumento potrebbe assumere ma è importante iniziare a pensarlo come una prospettiva necessaria: le tavole rotonde della sinistra culturale e l’officina del pensiero critico.

Un luogo aperto e di incontro per una pluralità sempre più gravida di domande ed orfana di risposte: scrittori schiacciati dalla censura editoriale sulla qualità e dall’indifferenza dei media, editori massacrati da processi monopolistici di distribuzione e vendita, studenti e ricercatori accerchiati da ogni lato, da una politica di tagli e sfruttamento intensivo del precariato ma anche, e non può essere taciuto a sinistra, da baronati feudali che esistono, che sono pressoché la norma del lobbismo localistico italiano e che non devono essere più accettati.
Antropologia feudale che talvolta si riscontra persino in parte della stampa da noi considerata amica, non sempre in grado di riconoscere una nuova opera di valore, un nuovo fenomeno, una problematica centrale nel dibattito culturale in corso.

Un osservatorio nelle forme della tavola rotonda che non deve e non può tradursi in un nuovo ambiente chiuso di nuove amicizie riservate ma in un libero, aperto e partecipabile cantiere.
Se vogliamo un’alternativa sincera ad un’epoca storico-politica fondata sull’abolizione del pensiero e sulla repressione della cultura, dobbiamo dare inizio ad un nuovo fondamento e ritrovare uniti un luogo, reale e metaforico, mentale e fisico, di unità e discussione, di condivisione e confronto, anche di scontro purché di crescita.
Considerarci tutti quanti come un’unica grande questione aperta: la questione culturale italiana.

Questo è solo un seme, che oggi lasciamo al vento nelle forme della parola. Buona assemblea.

lunedì 3 gennaio 2011

ASSEMBLEA NAZIONALE dei POETI a Roma



LA QUESTIONE CULTURALE ITALIANA
NELLA II ASSEMBLEA NAZIONALE DI “CALPESTARE L'OBLIO”
SABATO 8 GENNAIO Ahttp://www.blogger.com/img/blank.gif ROMA
CON UN CENTINAIO DI POETI E ARTISTI DA TUTTA ITALIA, QUOTIDIANI E RAPPRESENTANTI DELLA SINISTRA, SINDACATI, RIVISTE, ASSOCIAZIONI, MOVIMENTO STUDENTESCO
E UN VIDEO-INTERVENTO DI NICHI VENDOLA


Sabato 8 gennaio 2011, alle ore 17 presso la sede dell’Associazione culturale “Beba do samba” di Roma, in Via de’ Messapi n.8 (quartiere San Lorenzo), si svolgerà la Seconda assemblea nazionale di “Calpestare l’oblio”, indetta dall'Associazione “Beba do Samba” (www.bebadosamba.it) e dalle riviste La Gru (www.lagru.org) e Argo (www.argonline.it).

“Calpestare l’oblio” è un grande progetto poetico e culturale che dalla piattaforma del web si è tradotto tra il 2009 e il 2010 in un'opera in formato e-book, che ha scatenato un acceso dibattito sulle principali testate giornalistiche italiane (L’Unità, Left, MicroMega, Gli altri, Il Corriere della Sera, Il Giornale, Libero, Il Foglio, Il manifesto, Radio3, Radio24), ed in una prima Assemblea nazionale dei poeti, che si è tenuta l’8 gennaio del 2010 al Beba do Samba di Roma.

In occasione della presentazione della versione cartacea dell’antologia “Calpestare l’oblio. Cento poeti italiani contro la minaccia incostituzionale, per la resistenza della memoria repubblicana” (Argo - Cattedrale, 2010), il coordinamento dei poeti in rivolta indice una Seconda assemblea di “Calpestare l’oblio” per fare il punto sulla drammatica questione culturale in Italia, mettendo in dialogo il mondo dell’arte e della poesia, del giornalismo culturale e del sapere universitario.

Come mai gli studenti in rivolta non conoscono la rivolta dei poeti e i poeti non frequentano le assemblee degli atenei?
Per quale motivo i giornalisti non hanno a cuore la sorte degli scrittori esiliati dalla società italiana e viceversa?
Perché le voci dei lavoratori precari dell’istruzione non si intrecciano con le armonie dei nuovi musicisti o con le riflessioni dei nuovi intellettuali costretti all’esilio?
Come mai ogni ambito della cultura della società italiana vive in questa forma di separazione la propria crisi e il proprio dissidio nei confronti dell’ideologia nazionale più ignorante ed arrogante d'Europa?
Proveremo l’8 gennaio, durante la seconda Assemblea nazionale di “Calpestare l’oblio”, a ricomporre i pezzi di questo mosaico discutendo tutti assieme de “La questione culturale italiana”.

Saranno presenti:

Pietro Spataro - Vicedirettore de “L’Unità”
Donatella Coccoli - Direttrice di “Left”
Tonino Bucci - Responsabile culturale di “Liberazione”
Malcolm Pagani - Il Fatto Quotidiano
Angela Azzaro e Andrea Colombo - Gli Altri
Tommaso Di Francesco e Geraldina Colotti- Il manifesto

Matteo Orfini - Responsabile cultura del PD
Stefania Brai - Responsabile cultura del PRC
Responsabili culturali di SEL
Video-intervento di Nichi Vendola per “Calpestare l’oblio”
Rappresentanti culturali dei Giovani comunisti

Rappresentanti del movimento studentesco ed universitario (Ateneinrivolta, Coordinamento K5 Studi orientali, Abbiamo fame di cultura, ESC autogestito, Scienze politiche RomaTre) e dei sindacati (Cobas, Cgil).

L’assemblea sarà libera e nelle forme della democrazia partecipativa. Chiunque vorrà intervenire avrà diritto di parola.
L’intera assemblea sarà video-documentata da MeddleTv e da alcuni giovani registi della Scuola di Cinema ACT di Cinecittà, che ne faranno nei prossimi mesi un documentario.

Dal mondo della cultura, della letteratura e della poesia contemporanea hanno aderito, da Palermo a Milano, centinaia di singoli poeti e scrittori, associazioni, editori e redazioni di riviste, registi ed artisti, fra cui

 le riviste, web-zine e blog: Absoluteville, Versodove, Blanc de ta nuque, Metromorfosi Infocritica, Post it, Il primo amore, Bollettario e altre;
 le associazioni: Zuccherificio, Milanocosa, Aidoru/Valdoca, Iodonna, Donne dasud, Svolta a sinistra, Osservatorio nazionale amianto, Azimut onlus, Gasper Roma, Arcipelago scec, Licenze poetiche, Meddletv e altre;
 gli editori: Pellicanolibri, Zona, Fara editore, Senzapatria, Polimata e altre.

PROGRAMMA:

Dalle 17 alle 20 Assemblea pubblica.

Dalle 20 alle 21.30 Cena sociale

Dalle 21.30 alle 22.30 Letture dei Poeti in rivolta: presentazione della versione cartacea definitiva dell’antologia “Calpestare l'oblio” (Cattedrale, collana Argo, 2010).

Dalle 22.30 Concerti: PANE e il fondatore del Canzoniere del Lazio PIERO BREGA.

Con preghiera di diffusione, pubblicazione e partecipazione.



Evento a cura di:
Davide Nota - Rivista “La Gru”
Fabio Orecchini - Ass.Cult. “Beba do Samba”
Valerio Cuccaroni - Rivista “Argo”