giovedì 4 marzo 2010

Godot non è arrivato! Allora importa chi parla chi!

Ong non-estinti poetry al Merkaba
(diario marzo-giugno 2010)
Godot non è arrivato!

Dopo il successo delle serate di letture poetiche al Caffè letterario (Merkaba) di Marsala, e soprattutto dell’omaggio al poeta Ferdinando Pessoa (20 febbraio 2010), l’Ong non-estinti poetry, coordinata dall’Avv. Fabio D’Anna (autore del Marsalese) e dal poeta Antonino Contiliano, presenta il suo programma poetico-letterario fino a giugno 2010. La scadenza degli incontri è sempre dell’ordine di una al mese (salve variazioni tempestivamente comunicate), e dalle ore 22 alle 23. Diario degli incontri: domenica 21 marzo, venerdì 30 aprile, venerdì 28 maggio e venerdì 25 giugno 2010.
L’Ong non-estinti poetry di Marsala si augura, come attestato dalla foto qui riprodotta, che ci sia una maggiore affluenza di partecipanti e lettori diretti.



La poesia “informa” e “forma”. J. Bruner scrisse che la poesia è “un mondo al congiuntivo”. Oltre ad essere godimento estetico e di pensiero, il piano del suo piacere est-etico, veicolato dall’ordine simbolico-discorsivo “tipico” del suo linguaggio, dialogando con le letture del mondo, è interpretazione e proposizione di mondi alternativi o paralleli.
La novità del 21 (domenica) marzo, rispetto al tradizionale ultimo venerdì di ogni mese, è giustificata dal fatto che l’UNESCO ha dichiarato il 21 marzo (coincidente con l’ingresso astronomico della primavera) giornata mondiale di “festa” dedicata alla poesia.
Il tema, che raccoglie in accordo di ricerca documentaria – i testi dei poeti anche come documenti di un’epoca, delle sue “visioni”, dei suoi conflitti, delle lacerazioni, delle esecrazioni e dissacrazioni… –, “Godot non è arrivato! Allora importa chi parla chi!”. E gli autori al centro delle serate sono Ossip Mandel’štam, Ezra Pound, Bertolt Brecht, Paul Celan e Ferdinand Céline.
Se “Godot” non ha liberato il mondo, anzi l’ha sottoposto a sofferenze estreme e all’autodistruzione, lo vedremo insieme a questi poeti/letterati e tramite il loro lascito creativo. Del resto la violenza di cui sono stati testimoni, e a volte anche “complici” più o meno consapevoli, oggi è ancora di turno. E guarda caso sono gli stessi protagonisti “faber” civilizzatori, il prosieguo di quello stesso umanismo, democraticismo e liberalismo che arma le loro mani e le loro politiche di sfruttamento e sterminio programmato di uomini, biodiversità e ambiente. Le immagini non mancano, e certamente non mentono. E se questo serve a rinfrescare la nostra memoria, con Ottavio Paz, possiamo ripetere che la poesia “è la Memoria fatta immagine e l’immagine convertita in voce”. Allora non c’è migliore occasione che partecipare all’incontro delle voci, che ognuno può far sentire, potenziando le presenze dei marsa-lesi presso le serate poetiche al Merkaba organizzate dall’ Ong non-estinti poetry.

lunedì 1 marzo 2010

Il connubio delle arti: “Corpo a corpo. Turi Sottile e i poeti”

Galleria Studio 71 (Palermo, 20 febbraio 2010)



di Antonino Contiliano

Turi Sottile usa i suoi colori come lame affilate di coltelli o fasci di luce laser per aprire, lacerare e accoltellare il vuoto stracolmo del vaso di Pandora. Lo seziona e lo aggredisce per “realizzare” l’invisibile pieno e vibrante della materia sulla tela o altro supporto a superficie e geometria piegate. Ne muta il brusio, ne ascolta il fuoco atomico crepitante centrale che lo fa divenire e lo distende con pugni sparati e distese forme amorfe esplose. Stessa cosa fa il poeta: svuota il vuoto della pagina bianca allorquando de-cide lo spazio, e taglia la forma con il suo ordine simbolico e sintattico straniato.
Se poi, come è avvenuto in “Corpo a corpo. Turi Sottile e i poeti”, si incontrano poesia e pittura per reciprocamente dirsi quanto sfugge alla cattura di un linguaggio rispetto ad un altro, allora la ricerca e gli esiti artistici e poetici del connubio sono più interessanti e produttivi di polisemia non comune, come quando due corpi sociali eterogenei si incrociano e generano una nuova vita ibrida che comincia battere con ritmi propri.
Una singolarità sociale che, pur parlando ognuno con voce propria, produce plusvalore e saggio di profitto semantico, di natura artistico-poetico, in termini di crescita esponenziale e in ragione dell’aumento del capitale “costante” complessivo e delle “variabili”. Una tendenza di produttività significante e di senso polisemico sovrabbondante, che capovolge le equazioni della caduta tendenziale del saggio di profitto dell’IO (Capitale), il proprietario individualista dell’economia capitalistica: diminuendo la componente variabile e, invece, aumentando la composizione organica del capitale costante, il saggio di profitto diminuisce in ragione della diminuzione della forza-lavoro viva.



È il caso dell’opera collettiva “Corpo a corpo. Turi Sottile e i poeti”. E per questo che, in “Corpo a corpo. Turi Sottile e i poeti”, gli alieni della parola si sono incontrati al crocevia con la testualità dei testi pittorici di Turi. I testi della pittura e quelli della poesia, come in un passaggio di trans-izione e di tra-duzione reciproco, infatti si sono mutuamente riflessi in un attrito simultaneamente gravitazionale e di espansione che ha generato altri universi. Sono gli elementi del pittore – linee, punti, colori, pieghe, s-fusioni e pennellate, rullate e incroci di vibrazioni elettronico-luminose e fasci di fotoni-fonologici da matter dark – che si sono incontrati con l’alter-ego-alter degli elementi turbolenti dei poeti, i quali, presi dall’“amour fou” di bretoniano surrealismo, si sono sperimentati in un viaggio “amoroso” di anabasi poetica unico.
Un amore meticciato e ribelle alle convenzioni di genere e differenza specifica. Un nexus e un eros che si abbraccia con gli elementi del poeta – la voce simbolizzata di ventidue poeti tra i più significati della nostra contemporaneità. La voce che si è fatta lettera o gramma, sintagma, inserti e frammenti linguistici come voli che attraversano le tele del pittore Sottile, il “gran mare dell’essere” di Turi, come ebbe a dire il critico d’arte e poeta Aldo Gerbino la sera dell’inaugurazione della mostra a Palermo (20 febbraio 2010), nella Galleria Studio 71. Interveniva pure Vinny Scorsone, una giovane critica d’arte. La Sig.ra Scorsone ha scritto e detto come l’opera del pittore siciliano (il “terrore/terronio/terrognio” Sottile, il siculo errante, come ci siamo reciprocamente qualificati all’atto della conoscenza con Turi) catturi “l’attenzione del distratto visitatore costringendolo a soffermarsi su una frase, anche solo su una parola”.
Una “contaminazione dei linguaggi”, come ha scritto e ideato, in una con Turi, la poetessa Maria Teresa Ciammaruconi, la grande assente di quella serata. Era trattenuta a Roma da impegni non derogabili. Un’assenza, senza la quale, però “Corpo a corpo. Turi Sottile e i poeti” non sarebbe venuta a Palermo e non avrebbe visto neanche il primo mattino della sua nascita. E noi non avremmo avuto il piacere di assaporare la danza del syn-bállein – il gettarsi insieme – della poesia e della pittura nello sguardo del pittore e dei poeti nella corrispondenza d’amorosi sensi e di intelletto che li vede insieme mentre curvano il vuoto sfidante con i colori e le parole della formazione simbolico-semiotica.