venerdì 23 settembre 2011

Maria Teresa Ciammaruconi incontra Mazara del Vallo e il pittore Giacomo Cuttune

La poetessa Maria Teresa Ciammaruconi nel mese di agosto 2011 è in viaggio per la Sicilia. Nel suo itinerario, che l’ha vista soprattutto nella parte occidentale dell’Isola, si è soffermata a Marsala e ha visitato anche Mazara del Vallo, Selinunte, Segesta, Erice e l’isola di Mozia. A Mazara del Vallo, accompagnata da alcuni amici, Maria Teresa, e sotto la guida del pittore Giacomo Cuttone, ha visitato i suoi monumenti e il centro storico.


Cuttone, illustrando la storia della Città e gli interventi artistico-architettonici (successivi) sulla stessa, ha fatto visitare anche la parte del centro arabo della Città. Qui dove, per iniziativa del Sindaco Cristaldi, sono stati innestati interventi di bonifica e, nell’insieme, ornati dall’installazione (singoli vicoli, strade o cortili, etc.) di ceramiche artistiche, la poetessa si è incontrata con l’aria culturale antica e moderna della Città. Un incontro che ha lasciato, sicuramente, in lei, piacevolezza e amore per questa storia mazarese,e di cui la foto può essere data come testimonianza e memoria.Calabrese di origine, vive e lavora stabilmente a Roma. Qui intrattiene intense relazioni culturali con l’ambiente (più accreditato) artistico, letterario e poetico della Città. Particolarmente interessata all’incontro tra la poesia e altre forme d’arte, ha dato vita a diverse iniziative pubbliche che hanno visto a confronto poeti e artisti visivi, e non solo. Una delle tante idee e iniziative messea frutto, a parte la produzione poetica personale, ricordiamo la pubblicazione di “Corpo a Corpo. Turi Sottile e i poeti” e di “Italia nuda 2010”.“Italia nuda 2010” (fotografie di Valeria Flores; Progetto di Maria Teresa Ciammaruconi; nota critica di Franco Romanò; progetto grafico di Massimo Lampasoma) è un’opera particolare.Nella forma del calendario, “Italia nuda 2010” si offre al lettore e allo spettatore con un intreccio testuale foto-poetico sui generis: gli propone cioè le foto artistiche (bianco e nero) di Valeria Flores come, si fa per dire, commentate/interpretate dalla scrittura (affiancata) poetica di auto ridiversi (Mario Lunetta, Marco Palladini, Antonino Contiliano, Giovanni Fontana, Vito Riviello, Carmine Lubrano, Ignazio Apolloni, Dante Maffia, Michele Arcangelo Firinu, Massimo Mori, etc.); è come se i poeti interagissero, a colloquio, con le foto della Floris. L’opera, a suo tempo, è stata presentata nello spazio (Roma) del “Lavatoio Contumaciale” della poetessa Tommaso Binga (con cui la Ciammaruconi intrattiene costanti rapporti di collaborazione artistica e amicizia).“Corpo a Corpo. Turi Sottile e i poeti” (idea di Turi Sottile e Maria Teresa Ciammaruconi; prefazione e profili di Maria Teresa Ciammaruconi; presentazione di Paolo Balmas; foto di Roberto Massoni.) è il frutto invece di un incontro di lavoro tra le tele del pittore T. Sottile e la loroesposizione alla sovrascrittura poetica diretta degli autori chiamati alla sperimentazione. Tra i poeti, e solo a titolo di esempio, a parte la stessa Ciammaruconi, ricordiamo: Nanni Balestrini,Tommaso Binga, Gianni Toti, Sergio Zuccaro, Maria Luisa Spaziani, Alberto Scarponi, , Donato di Stasi, Silvana Baroni, Lamberto Pignotti, etc. L’opera, venuta fuori, così ha assunto l’aspetto di una nuova composizione: un “ibrido” artistico-poetico piuttosto singolare e originale per bellezza e forza. Ma tornando a Mazara e all’incontro con Giacomo Cuttone, di spiccato interesse culturale e promessa collaborativa è stato l’incontro (di Maria Teresa Ciammaruconi) con l’opera artistica dello stesso Cuttone. La poetessa ha chiesto direttamente al pittore (ormai mazarese, per adozione e residenza) di potere vedere la sua produzione. La Ciammaruconi così ha potuto soffermarsi sulle diverse opere; e opere appartenenti a periodi diversi sia per stile, che genere e supporti. Possiamo vedere la poetessa nella foto (sotto riportata), mentre è in compagnia dei quadri del pittore (nel cortile di casa).


Attenzione particolare la poetessa Ciammaruconi per le grafiche di Giacomo Cuttone, due delle quali, donatele dal pittore, sono state (da lei) intitolate “il palestinese e la dormiente”. Anche in questo caso, come per il pittore Turi Sottile o le foto di Valeria Floris, Maria Teresaha espresso il suo originale giudizio critico-poetico con una scrittura poetica (“Le due immagini di Giacomo, da me intitolati il palestinese e la dormiente, saranno per me compagni di viaggio”).




Il testo:

“Il palestinese (tale lo voglio considerare) è rimasto nel profondo sud/nel paese di mia madre (Gasperina)/a sud del sud/più a sud della Sicilia, anche se le convenzioni geografiche stabiliscono altro. // Quello è il suo posto. A sinistra del mio letto./ L'occhio destro sfondato dall'ennesimo insulto/ mi spia con il sinistro/obliquo/perforante e cattivo. /Ce l'ha pure con me che non gli ho fatto niente/ma - si sa - in effetti siamo tutti colpevoli./E' per questo che ho avuto paura di metterlo di fronte al letto:/non avrei potuto dormire./Meglio un po' defilato, ma vicino./Forse vedendomi dormire (col suo occhio obliquo)/capirà che già gli voglio bene, anche se sono colpevole/a lui e a chi per lui ha scritto un'aureola di parole che lo raccontano/a lui e a chi per lui – altrimenti invisibile - ha riscattato la sua dignità con/ un'immagine./ Che il segno resti, nero su bianco, a celebrare una santità ancora carica di/martirio e rabbia. // Lo lascio nella mia casa a sud del sud/sulla parete rosso sangue tra cimeli di famiglia./Avranno tutto il tempo di parlarsi tra loro e dirsi storie che nessuno scriverà mai:/la storia di un palestinese e di una famiglia qualunque della Calabria. // Lei, la dormiente, viene con me./Ha racchiuso lo sguardo nell'uovo primordiale del volto/ ha fatto ornamento dei segni che la vita le ha lasciato sulla pelle/ha fatto cuscino del suo stesso braccio perché cuscini non ne ha avuti mai/ e sogna/ che la sua stessa mano sia la mano di un altro/ grande al suo bisogno di riposo./Lei, la dormiente, viene con me/ e mi accompagna e fa grande il ricordo/di quell'angolo di mondo/quell'angolo dell'isola dove il sale e il sole godono la grandezza/ di uomini in guerra con gli dei/Lei, la dormiente, viene con me/e con me dormirà sotto il sole dipinto a fianco degli amanti/(così si sono deposte negli anni le immagini nella mia piccola camera da letto)/a proteggermi il sonno.” (Maria Teresa Ciammaruconi)

domenica 21 agosto 2011

Migranti e clandestini in scena alle “2rocche”




Il “Sindbad” con Massimo Pastore




Capo Boeo. Marsala, agosto 2011. Palcoscenico: lo storico scoglio delle “2rocche”; l’angolo marino che dialoga con il vicino museo di “Baglio Anselmi”, la storia del sito della Sibilla Cumana (chiesa di S. Giovanni) e l’incompiuta area archeologica lilibetana, abbandonata all’incuria e al degrado. Alzato il sipario della velata e invitante area serotina, attraversata da un insolito e complice raccoglimento paesaggistico, questo luogo (2rocche), di incomparabile bellezza, alla cui guardia stanno le retrostanti isole Egadi e l’avamposto dell’isola di Mozia e dell’Isola Lunga, la sera del 18 agosto 2011, a Marsala notturna (e non delle notti bianche), offre il suo spiazzo petroso e bucato per un’esibizione teatrale curata dall’attore marsalese e regista Massimo Pastore. Massimo e la sua giovane compagnia di studenti interpreta e porge al pubblico delle 2rocche un testo, fortemente espressivo e “impegnato”, della giovane letteratura del genere “LETTERRARE” (storie e racconti del popolo dei migranti).
In verità il luogo non è nuovo a questa offerta politico-culturale critica. Negli ultimi anni è stato infatti il teatro (un vero e proprio anfiteatro in nuce) naturale di varie iniziative artistico-culturali non-entertainment (non di intrattenimento), ad iniziativa “Ong non-estinti poetry” (libere letture di poesie, ascolto di musiche e pagine di storie e racconti vari).
Nella notte agostana del 18 (2011), lo scenario delle “2rocche” così, illuminato da una miriade di lampade profumate, e alla presenza di un folto pubblico, sensibile al teatro non-entertainment, ospita la recita di un testo teatrale, ancorato alla tragedia contemporanea del traffico dei migranti e dei clandestini sulle carrette del mare e per opera dei trafficanti di esseri umani.
L’idea, l’allestimento e la regia sono (come detto) dell’attore e regista Massimo Pastore. E Massimo Pastore – per il suo lungo impegno di qualità e amore, dedicato al mondo del teatro (in particolare alla scuola e nell’habitat marsalese) – come protagonista diretto e promotore non ha certo bisogno di particolare presentazione.
Degno e all’altezza della sua competenza acquisita e mostrata, cui la sua squadra di giovanissimi studenti e affezionati attori in formazione, che con Pastore hanno allestito e dato vita allo spettacolo teatrale sui migranti, ha cercato di dare e di far godere il meglio della bravura e dell’entusiasmo del suo lavoro.
È però da ascrivere allo stesso Massimo Pastore (regista e attore) la modalità creativa con cui ha elaborato, organizzato e presentato al pubblico una storia così attuale, attinta all’opera di ERRI DE LUCA (“L’ultimo viaggio di Sindbad”), ma così scottante da non lasciare dubbio alcuno sulla valenza della responsabilità etico-politica imputabile alla cosiddetta civiltà democratica occidentale.
Per noi, e l’affezionato pubblico delle “2rocche”, è stato un vero piacere estetico e politico assistere e applaudire a un teatro dell’IMPEGNO sull’“erranza”, la tragedia dell’errare del popolo migrante e dei diseredati.
E non possiamo non essere con Pastore e i suoi giovani alunni-attori allorquando, alla fine dello spettacolo, rivolgendosi al pubblico presente, intrattenendoci, hanno dichiarato di dedicare lo spettacolo ai clandestini e migranti da poco sbarcati nella vicina marina del noto lido BISCIONE del Comune di Petrosino.

I nomi degli attori e dei musicisti:

MASSIMO PASTORE
FRANCESCO TORRE
ROCCO RAIMONDO
MARIANGELA ISAIA
MARIA RITA DRAGO
GIOVANNI LAMIA
DELIA RIGGIRELLO
FLAVIO PARRINELLO
DIEGO PULIZZI
SERGIO DI PAOLA
BRUNO PRESTIGIO
GIORGIO (CHITARRA)
KAIRI (TABLA)
RABEI (TABLA)
BOUBAKAR (TABLA)


venerdì 18 marzo 2011

Garibaldi “Cleombroto” vs “il condottiero degli immomdi”

FERMENTI, XL, n. 236, Roma 2010, pp. 429, € 25,00

Cos’è Fermenti. Fermenti è il periodico a carattere culturale, informativo, d’attualità e costume diretto dallo scrittore, poeta ed editore Velio Carratoni.
Il n. 236 del periodico porta in copertina un’opera di Michele Cossyro, il tricolore italiano. Il messaggio è chiaro. È volto alla ricorrenza dell’Unità dell’Italia in vista dei festeggiamenti 2011. Segno che l’evento storico risorgimentale, che generò l’unificazione dell’Italia, è patrimonio di tutti, e che nessun media, specie se si occupa di arte e letteratura, può ignorare o misconoscere l’importanza del fenomeno.




Gramsci, nonostante avesse letto il Risorgimento italiano con le lenti della “rivoluzione passiva”, non ebbe mai dubbi sul valore liberale e “progressivo” dell’Unità rhttp://www.blogger.com/img/blank.gifisorgimentale.
Fra gli interventi che costellano il n. 236 di FERMENTI, uno è dedicato a Giuseppe Garibaldi condottiero. Il “rivoluzionario” che combatté per l’unità (sotto la monarchia) di tutti gli italiani, e che “preparò” (idealmente), secondo noi, anche quel futuro che poi portò al “tricolore” della Repubblica italiana antifascista.
E anche se Garibaldi, contro le aspettative dei rivoluzionari repubblicani e dei moti sociali, consegnò il frutto delle sue vittorie alla monarchia della Casa Savoia, non certo per questo merita l’apostrofe sprezzante che lo addita quale “condottiero degli immondi”. Glielo scaglia addosso il “separatismo” leghista, ovvero la politica involutiva e razzista della palude padana. Lo sprezzo, inoltre, si presenta doppio. L’attributo negativo, infatti, si connota come una doppia immorale e ingiusta offesa.
Da una parte è un’indegnità (senza paragoni) rivolta a uno che ha dato la vita per l’ideale nazionale, e dall’altra una sporca offesa al/i popolo/i per la cui liberazione non si è risparmiato. “Eroe dei due mondi”, infatti, è la leggenda che circonda la memoria di Garibaldi (la storia delle sue imprese a favore degli oppressi e de ribelli extraterritoriali è nota).
Sì che aver ricordato, da parte di Serena Butera (che ha scritto l’articolo), che Garibaldi, giovane recluta della marina sarda, scelse per se, quale pseudonimo di combattente, l’identità di “Cleombroto”, è un segno di riscatto e un riconoscimento positivo indelebile. “Cleombroto”, infatti, fu fratello di Leonida e padre di Pausania, l’antico e prestigioso eroe di Sparta. Giuseppe Garibaldi, allora, come “Cleombroto”!
E come questo eroe, Giuseppe Garibaldi non si fermò davanti agli ostacoli; dirigendosi verso il Meridione e la Sicilia, per la lotta di liberazione e unificazione italiana risorgimentale, pensò e agì al grido trascinatore di “Qui si fa l’Italia o si muore”.
La sua missione di vita fu “liberare la gente oppressa ovunque si trovasse; fu un uomo scomodo per governi e governati che spesso…si preoccuparono per le sue mosse incontrollabili” (p. 77).
Il periodico FERMENTI n. 236, naturalmente, ha altri scritti, e di valore, che ci informano sulle tematiche provenienti da altre zone della letteratura e della cultura.
Per la SAGGISTICA presenta: “Frequentare la letteratura” (su Giuliano Manacorda, 1919-2010) di Antonella Calzolari; Testimonianza per uno storiografo del Novecento di Francesco De Nicola; I luoghi e gli incontri di Rodolfo Di Biasio; Poesia-valore e Poesia-mercato di Donato Di Stasi su Alda Merini; Soprascritte di Marcello Carlino; Il libro e la lettura - un inedito di Giorgio Manganelli a cura di Gualberto Alvino; Panorama mimetico di Francesca Fiorletta; Giovanni Fontana e gli attriti dei linguaggi di Massimiliano Borelli con testi poetici di Giovanni Fontana; Humour nero di un dandy adolescente di Stefano Lanuzza su Lautréamont; Tradito dall’astro nel silenzio campale: l’ultimo Volponi di Giovanni Terzanelli; A ritroso, con Eurialo De Michelis di Ariodante Marianni; La teoria della conoscenza di Giovanni Vailati: dalla “sensazione” all’“attesa di sensazioni” di Ivan Pozzoni; Il Parlar franco di Gualtiero De Santi su Tolmino Baldassarri, Dina Basso; Stefano Lanuzza e la letteratura come ‘romanzo generale’ di Antonino Contiliano; “Qui si fa l’Italia o si muore”: Garibaldi e la Sicilia di Serena Butera.
In questa sezione, oltre al già citato pezzo su Garibaldi, si può leggere l’intervento di Nassimiliano Borelli che si sofferma sulla “intermedialità” dell’artista e poeta Giovanni Fontana, i cui “flussi plurilinguisti e plurisemiotici circolano…in vista di una complicazione, di un rinforzo polisenso’, come scrive Marcello Carlino…”(p. 40); l’intervento di Donato Di Stasi che, in “Poesia-valore e Poesia-mercato”, lavora criticamente (“gli assi cartesiani della critica”) sul pensiero e la produzione di Alda Merini; l’intervento di Gualtiero De Santi che, in “Il parlar franco”, sottolinea il “neovolgare e anche gergale” nell’opera d’esordio della giovane poetessa siciliana Dina Basso”, nipote del compianto Salvo Basso, “uno dei nostri maggiori lirici di fine secolo” (.p. 67); intervento di Stefano Lanuzza che, in “Humour nero di un dandy adolescente”, ci presenta Isidore Ducasse (Lautréamont) come “l’adolescenziale seppure smagato interprete d’un humour che, similmente a certi grandi e talora insospettati ‘umoristi tragici’ (per esempio, i sempre nostri ‘contemporanei’ Dostoevskij e Kafka), svolge la propria poetica verso una sorta di ascesi ironica e demistificante sino al nichilismo” (p. 47); l’intervento di Francesca Fiorletta, invece, nel suo saggio “Panorama mimetico”, ci dice della genesi delle forme espressive, che vanno dalle scelte “dissacranti” a quelle dissonanti delle sperimentazioni poetiche odierne”. La stessa autrice indica poi sia il profetico W. Benjamin che, in Angelus Novus (“Sulla facoltà mimetica”), “focalizza l’essenza costitutiva della natura umana nell’ininterrotto scambio percettivo fra le determinazioni formali in perpetua dissolvenza nell’universo circostante” (p. 37), sia la posizione di Mario Lunetta che, invece, nella sua raccolta di saggi Invasione di campo. Proposte, rifiuti, utopie, “sintetizza con veemenza il babelico sviscerarsi del panorama sociale ed artistico attuale, che sempre spazio concede alle elucubrazioni semiologiche e culturali in un’odierna affabulazione meccanicistica, merceologicamente indottrinata” (p. 39).
Gualberto Alvino, da par suo, nella sezione BLOC NOTES , per es., dall’altro appunta la sua scrittura affilata (pungente) sul sostegno che Valter Pedullà dà a scrittori come “tal Christian Raimo al punto da riservargli ben dieci paginoni del ‘Caffè illustrato’, o che abbia da condividere con uno scrivente ingenuo e senza sugo come Tommaso Pincio” (p. 84); l’altro, oggetto della mira di Alvino, è certo Enrico Panunzio, “autore altrettanto malnoto che di sicuro avvenire” (p. 85), che “ripropone due racconti di Vincenzo Consolo (Nerò Metallicò e il Teatro del Sole)”.
Per l’arte e la narrativa segniamo le titolazioni.
Per l’ARTE: Alba Savoi (arte come scrittura) di Mirella Bentivoglio, Carlo Fabrizio Carli, Lorenzo Mango; Pandolfelli colorista sprezzante, artista riflessivo di Sandro Barbagallo; De Palos/Fuga oltre il pozzo dell’irrazionaledi Vincenzo Guarracino; Elsie Wunderlich (inventare la natura) di Roberto Díaz Castillo, Efraín Recinos; L’arco teso di Silvia Venuti di Rossana Bossaglia, Gio Ferri, Fausto Lorenzi, Piero Viotto; Aerte in progress: Giovanni Giulianelli di Enrico Maria Guidi.
Per la NARRATIVA: Primo capitolo di un romanzo ancora in elaborazione di Mario Lunetta; Racconti di Gemma Forti; Racconti di Piero Sanavio; Racconti di Velio Carratoni; Buone e cattive letture seduto in un tram di Gabriele Sabatini; Formicidae di Laura Azzali.
E poi, ancora, FERMENTI n. 236 completa le sue pagine con: fotografia, poesia, traduzioni, musica, teatro, interviste, recensioni, costume, inserto fondazione Piazzolla, interviste, premi, notizie, note biografiche.
Ogni intervento meriterebbe un’attenzione a sé, ma lo spazio della nostra una recensione, vista la corposità del volume, è per ovvi motivi (dipendenti dai limiti di chi scrive), non può certo competere con l’estensione e la gamma tematica di Fermenti n.236. Per cui si invita il lettore, ove interessato, a munirsi del volume ordinandolo direttamente al direttore Velio Carratoni (e-mail: ferm99@io.it; www.fermenti-editrice.it).
Per ultimo, ci piace ricordare (ancora) che l’opera pittorica “Fratelli d’Italia, 2010” – il tricolore della bandiera italiana –, che fronteggia la copertina di FERMENTI n. 236, è dell’artista, originario trapanese, Michele Cossyro (Cossyro vive a Roma, ma è nato a Pantelleria – TP ); e che oltre alla poetessa Salvo (sopra citata), altra siciliana, il volume ospita anche un saggio dello scrivente sullo scrittore e critico Stefano Lanuzza (Lanuzza vive a Firenze, ma è messinese di origine). Il nostro saggio (p. 69) è titolato: “Stefano Lanuzza e la letteratura come ‘romanzo generale’”. Una breve estrapolazione (pp. 69-70):

Oggi, XXI secolo, il critico e saggista Stefano Lanuzza, sottraendosi egualmente a certe convenzioni dei discorsi postmoderni e consumistici della letterarietà, propone un’ipotesi della letteratura come ‘romanzo generale’. Una scelta piuttosto insolita e non convenzionale, quella del nostro critico di riferirsi alla letteratura come se fosse un romanzo. Si potrebbe dire, capovolgendo il rapporto tra genere e specie (come in una metonimia o in una sineddoche), che la specie con la sua differenza particolare – il romanzo – prende il posto del genere: la letteratura. Il sottoinsieme prende il posto dell’insieme generale, il quale, così, lascia la sua funzione inclusiva di contenitore delle parti.
Due dei titoli delle opere più recenti dell’autore sono, in tal senso, più che indicativi: 1) “Romanzo della letteratura italiana” il primo (Dante e gli altri); 2) “Romanzo della letteratura siciliana” il secondo (Insulari). Entrambi i libri, eleganti e penetranti per essenzialità quanto per snellezza discorsiva, sono stati pubblicati da Stampa Alternativa rispettivamente nel 2001 e nel 2009.
È la letteratura come un oggetto dall’identità fissa – la letteratura “di un giorno che è sempre lo stesso” (parafrasando un pensiero di Gaston Bachelard) – che Lanuzza mette in discussione. L’identità della letteratura come quella della filosofia deve, cioè, proporsi invece con/da altri punti di vista, se la storia dei saperi e della conoscenza dipende anche dalla temporalizzazione oltre che da un’ipotesi-funzione contestualizzante, esposta e aperta agli scambi energetici con un ambiente dagli equilibri instabili.

La sezione delle RECENSIONI porta i seguenti interventi: Chi è Costante Porfirio? di Maria Pia Argentieri su Renato Gabriele; Ipotesi aforisma in Lume degli occhi di Domenico Cara di Marzia Alunni; Brina Maurer, Maria Grazia Lenisa e la dialettica degli opposti di Marco Baiotto; La littérateuse en abîme di Donato Di Stasi su Gemma Forti; Maria Lenti su Ode ai corpi fisici di Andrea Ambrogetti su Eterno adolescente (1981-1989) di Carmelo Vera Saura; Domenico Cara su Tempo spaginato di Antonino Contiliano; Giorgio Patrizi su Il mondo percepito (incubi e dediche) di Marco Palladini; Germana Duca Ruggeri su Salmi metropolitane di Michele Brancale, su La muta di Chahdortt Djavann, su A dieci minuti da Urano di Carla De Angelis; Marco De Santissu El padre bandido di Gianna Sallustio; Raffaele Piazza su Dismisure di Matteo Bonsante su Giovanni (1885-1974) di Giorgio Prestinomi.

Su “Tempo spaginato- Chia-smo” (di A. Contiliano) , Domenico Cara scrive:

IL verso è avviluppato nelle sue novità libere e neo-gotiche, istanza dopo istanza; il confessarsi molteplice diventa riflessione testimoniale e insieme caustico esempio di sensi e volti del nuovo mondo, tra sospetto insidioso e una varietà (ispirativa?) che si addestrano categoricamente per capire l’irrisione e i grafi del proprio dettato e in tutto convinto del totale rien va del nostro tempo in ballo: solo arcobaleno e – intimamente – inferno sociale, politico, altro disfacimento aperto e completo. “La poesia: questo parlare all’infinito soltanto di mortalità e effimero!” (secondo Paul Celan) riaffronta l’immagine di più dissipazioni esistenziali, traumi (e chi-asmi) che impediscono la fedeltà a un diritto (e dovere) alla vita, altre interruzioni e deviate forme di possibile sogno qui arroventato in plurima voce. Antonino Contiliano, con i suoi poemetti, più che trasgressivi, a emergenza implicita, allea ai contenuti allusivi un’insoave ironia, contingenze lessicali anomale, striate di dissenso, frangenti oppositivi, collegamenti appassionati a una specificità ideologica disposta più all’invettiva che al dissidio sperimentale irresponsabile e al caos. (p. 363).

Su “Il mondo percepito (incubi e dediche)”, l’ultimo libro di poesie di Marco Palladini, Giorgio Patrizi scrive:

L’ultimo libro di Marco Palladini, è un segnale evidente e importante di una situazione pecu¬liare della ricerca poetica di questi anni, che trova nello scrittore romano un protagonista sempre attento ai connotati più complessi e ai risvolti più densi della sperimentazione testuale. Il mondo percepito (incubi e dediche) […] è un bel titolo che rievoca problemi di teoria della letteratura e della conoscenza. Ed esempio: ma c’è un mondo che non sia percepito? E la percezione comporta mag¬giore autenticità oppure il rischio dell'arbi¬trio? Il “mondo percepito” è più autentico o diventa un’entità fantasmatica? E ancora: è un’affermazione solipsistica di un’esperienza individuale del mondo, oppure rimanda ad una “percezione” non solo individuale ma collettiva, storicamente determinata?
Al di là di questa che chiamerei non ambi¬guità, ma densità problematica del titolo, c’è uno specimen di scritture “militanti”, le più tipiche del mondo letterario di Palladini, come condensate in un sintetico repertorio di forme e modi di una comunicazione “anta¬gonista”, termine oggi sicuramente desueto che mi piace però richiamare perché sicuramente adatto all’impeto polemico che anima le neoplasie linguistiche, gli stravolgimenti, le ironie che fanno del Mondo percepito, universo linguistico di grande e affascinante movimento, dove si affastellano umori, emozioni, riflessioni, ricordi, racconti. (p. 364).

“Ong non-estinti poetry” ritorna a “Morsi e Sorsi”

“Ong non-estinti poetry” ritorna a “Morsi e Sorsi”
Marsala, 30 marzo e 27 aprile 201 (ore21,30)

di Antonino Contiliano



L’“Ong non-estinti poetry”, per la stagione inverno/primavera 2011, ripropone alla Città e ai passanti due sfilatini di letture poetiche. Sono letture di poesia di “tendenza” e “qualità” critica. In un tempo in cui il ronzio di potere e sesso, potere e guerre anti-migrante e altre sporche povertà colonizzano l’immaginario collettivo o inducono a comportamenti di insopportabile cinismo carnevalesco, la voce della poesia non può stare zitta.
La voce della poesia “Ong non-estinti poetry” così invita a due serate della fatica del pensare estraniante o del reagire peperoso, e per non morire di inedia amletica e anoressia indotta. In questa nuova proiezione 2011, la pompa ad iniezione poetica degli “Ong non-estinti poetry” non è azionata dalle solite quattro mani! La “carità” di patria, nel 150 anniversario della disunione italiota, gode di alcuni compagni di strada. Sono gli amici “agitatori” dell’“Agenzia Communico”, e quelli di “Libera” e degli “Amici del Terzo Mondo” che (come risulta dalle loro recenti “insurgenze”) sanno di “sogni da riaccendere” per non far morire amore e impegno nel loro giro di liberazione.
Ma “abbracciando la cultura”, per “Calpestare l’oblio”, ci aspettiamo di avere (quando quando…) anche i dialoganti della “Consulta Femminile Comunale Marsala”, della “Casa dei rifugiati di Perino” che, insieme con gli ospiti de “il Sole”, ONLUS di Como e gli Amici di Libera e Terzo Mondo, qualche giorno fa, al Carmine di Marsala, hanno co-acceso un altro sogno in favore dei “dannati della terra”, il “Nobel per la pace” alle “Donne Africane”.
Così “Ong non-estinti poetry”, “Agenzia communico”, “Libera” e “Amici del terzo mondo”, nello spirito della solita e ormai consolidata libera partecipazione di forza e mezzi, invitano (i mercoledì del 30 marzo e 27 aprile 2011, ore 21, 30) la Cittadinanza a “Morsi & Sorsi” per prendere a sorsi e morsi poesia osteria.
Memento: la stagione primavera/estate al “mercato” e alle “2rocche” è in fase di gestazione. Cercarsi stilisti precari o a “co.co.co” di povertà e fantasia.
N.B. La serata poetica, del 30 marzo 2011, sarà inaugurata dalla presenza video di Niki Ventola. Il suo intervento riguarda la poesia e “Calpestare l’oblio”.

martedì 1 marzo 2011

no al degrado del parco archeologico culturale e paesaggistico di Capo Boeo


“ Calpestare l’oblio”: “abbracciamo la cultura”
no al degrado del parco archeologico culturale e paesaggistico di Capo Boeo
Piazza Portanuova (Marsala,ore 11-13, 5 marzo 2011)






Il 5 marzo 2011, cittadini marsalesi sposano (localmente) la causa della manifestazione nazionale “abbracciamo la cultura” che si tiene a Roma. Aderiscono e manifestano nello spirito delle iniziative di “Calpestare l’oblio” per fermare il degrado in cui è lasciato e sfruttato il PARCO STORICO-ARCHEOLOGICO-CULTURALE e NATURALE-PAESAGGISTICO di Capo Boeo. Lo sfruttamento, infatti, avviene sottraendo terreno al parco per ampliamento di strada e ritaglio di isolotti di stazione, forse, ad uso “parcheggio macchina” o ad altre installazioni di casotti commerciali?.
L’iniziativa è a cura di “Ong non-estinti poetry”, “Psicologia dinamica”, “Amici del terzo mondo”, “Libera”, “Agenzia Communico”, “Chiesa Valdese”, “Gruppo arcobaleno” e “Marsala c’è”, che danno appuntamento (“sit-in” in piazza “Portanuova” di due ore: 11-13 del 5 marzo 2011) a tutti coloro che volessero aderire alla manifestazione. La protesta vuole essere all’insegna della valorizzazione di tutto il sito e del diritto al godimento pubblico della bellezza dei luoghi. E ciò in una con tutte le ricadute in termini di economia positiva (lavoro per gli indigeni, turismo culturale, rivitalizzazione dei luoghi restituiti ai cittadini) per la Città di Marsala che la realizzazione dl progetto comporta.
Il parco archeologico e le 2rocche di Capo Boeo (Marsala) è patrimonio storico, culturale e paesaggistico che va curato, salvaguardato e valorizzato. La sua bellezza naturale e storica oggi, invece, è in preda all'incuria, al degrado, ai guasti e in preda all’immondizia. Non vanno taciute le “rapinose” forme di riduzione dei suoi confini cedendo (ad opera di certi lavori pubblici non necessari) metri e metri alla strada o a piazzuole non utili se non al deturpamento e all’impoverimento del parco culturale stesso .


Eppure, in questi anni, non sono mancate iniziative in sito e proposte (da parte di liberi cittadini, rimasti inascoltati) che hanno dimostrato come sia possibile valorizzare e rivitalizzare tutto ciò che la natura e la storia hanno lasciato in eredità alla Città di Marsala.
Gli organizzatori invitano alla partecipazione chiedendo che ognuno si faccia carico di cartelli, musica, poesia, arte, etc. che testimoniano “abbracciamo la cultura”.

mercoledì 9 febbraio 2011

I POETI IN RIVOLTAVENERDÌ 11 FEBBRAIO 2011 @ BARTLEBY, BOLOGNA


I POETI IN RIVOLTA “CONTRO L'OBLIO”
ASSIEME A STUDENTI, RICERCATORI, DOCENTI,
BIBLIOTECARI, MUSICISTI, ARCI
PER UNIRE LE LOTTE DEL MONDO DELLA CULTURA
VENERDÌ 11 FEBBRAIO 2011 @ BARTLEBY, BOLOGNA

APPELLO A GIORNALI, MOVIMENTI,
PROGETTI DI DEMOCRAZIA PARTECIPATA
E NATURALMENTE SCRITTORI

Come far conoscere agli studenti in rivolta la rivolta dei poeti? Come intrecciare le voci dei lavoratori precari dell'istruzione con le armonie dei musicisti o con le riflessioni dei nuovi intellettuali costretti alla fuga? Come interessare i giornalisti alla sorte degli scrittori esiliati dalla società italiana e viceversa?

CALPESTARE L'OBLIO – UNIAMO LE LOTTE DEL MONDO DELLA CULTURA
Venerdì 11 febbraio 2011, dalle ore 18 a tarda notte presso lo spazio autogestito Bartleby a Bologna (v. S. Petronio Vecchio 30/a), i promotori del progetto “Calpestare l'oblio”, nato dall'omonima grande opera di poesia civile (ed. Cattedrale, coll. Argo, 2010; www.lagru.org/media/oblio.pdf), proveranno a unire le lotte del mondo della cultura.

Sono invitati a partecipare tutti gli scrittori, poeti, intellettuali, artisti, piccoli editori, giornalisti, collettivi e singoli studenti degli Atenei in rivolta, precari dell'istruzione e della cultura, cittadini e lettori d'Italia.
Ci sarà molto di cui discutere, organizziamoci per vederci.

Per confermare la propria adesione all'evento (e con preghiera di diffusione):
calpestareloblio@gmail.com

PROGRAMMA

h. 18.00 Assemblea pubblica. Intervengono: Sergio Brasini per Docenti preoccupati, Sergio Caserta per l'Associazione per il Rinnovamento della Sinistra, Davide Ferrari per Casa dei pensieri, Federico Palma per Arci Bologna, Bibliotecari necessari, Stefano Colangelo (ricercatore Università di Bologna), Valerio Evangelisti (scrittore), Guido Giannuzzi (musicista Teatro Comunale Bologna), rivista Versodove, Alessio Berrè (Bartleby), Valerio Cuccaroni (rivista Argo) e Davide Nota (rivista La Gru)

h. 20.30 Cena

h. 21.30 Reading dei poeti: Luca Ariano, Tito Truglia, Lorenzo Mari, Guido Mattia Gallerani (Gruppo Farepoesia - Bologna), Maria Carla Baroni (Milano), Marco Bini (Modena), Nadia Cavalera (Modena), Tiziana Cera Rosco (Milano), Massimiliano Chiamenti (Bologna), Antonino Contiliano (Marsala), Roberto Dall'Olio (Bologna), Matteo Fantuzzi (Bologna), Andrea Garbin (Mantova), Mariangela Guatteri (Reggio Emilia), Loris Ferri e Stefano Sanchini (Pesaro), Rossella Renzi (Ravenna), Lina Salvi (Lecco), Alessandro Seri (Macerata), Lello Voce (Treviso)

h. 22.30 Concerto: Vittorio de Angelis Resonantz (Jazz)

FINORA HANNO ADERITO AL PROGETTO:

i giornalisti: Angela Azzaro (Gli Altri), Tonino Bucci (Liberazione), Donatella Coccoli (Left), Geraldina Colotti - Tommaso Di Francesco - Pietro Ingrao - Angelo Mastrandrea (il manifesto), Furio Colombo (Il Fatto quotidiano), Enrico Ghezzi (Rai), Giovanna Nuvoletti (Rolling Stone), Giancarlo Rossi (Rai Radio 1), Pietro Spataro (l’Unità);

gli artisti: Nicola Alessandrini e Valeria Colonnella, Jakob De Chirico, Beppe e Isabella Gaudino (movimento dei lavoratori dello spettacolo MOVEM09);

le riviste, web-zine e blog: Absoluteville, Argo, Blanc de ta nuque, Bollettario, Carovana dei versi, Farepoesia, La Gru, Metromorfosi Infocritica, Micromega, Noidonne, Poesia2punto0, Poetarum silva, Post it, Smerilliana, Versodove;

associazioni, enti, istituzioni: Abrigliasciolta, Agave, Aidoru/Teatro Valdoca, Arci nazionale, Arcipelago scec, Associazione Nazionale Partigiani Italiani (ANPI), Carovana dei versi, Casa dei pensieri, Comune di Ancona, Comune di Grottammare, Donne dasud, Gasper Roma, Iodonna, Istituto Regionale di Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche (Istituto Storia Marche), Licenze poetiche, Meddletv, Milanocosa, Osservatorio nazionale amianto, Svolta a sinistra, Zuccherificio;

i collettivi universitari: Abbiamo fame di cultura, Ateneinrivolta, Collettivo Lettere Filosofia Firenze, Coordinamento K5, Romatre, Uniriot;

gli editori: Edizioni Effigie, Fara editore, Pellicanolibri, Polimata, Senzapatria, Zona;

i sindacati: Cgil;

i politici: Danilo Borrelli (Giovani Comunisti), Stefania Brai (PRC), Matteo Orfini (PD), Nichi Vendola (SEL);

i poeti, scrittori e intellettuali: i co-autori di “Calpestare l’oblio. Cento poeti contro la minaccia incostituzionale, per la resistenza della memoria repubblicana” (Rosemary Liedl per Antonio Porta, Gioia Ghirga Ferrante per Angelo Ferrante) + Leonardo Bonetti, Dina Basso, Manuel Caprari, Tiziana Cera Rosco, Massimiliano Chiamenti, Manuel Cohen, David Colantoni, Azzurra D’Agostino, Sara Davidovics, Mariella de Santis, Adele Desideri, Marco Di Paquale, Chiara Daino, Valerio Evangelisti, Angelo Ferracuti, Annamaria Ferramosca, Davide Ferrari, Michele Arcangelo Firinu, Gianluca Fiusco (Servizio Cristiano Valdese – Riesi), Alessandro Giammei, Davide Ferrari (Casa dei Pensieri), Impoetico mafioso (100 poeti contro la mafia), Mario Lunetta, Elio Matarazzo, Massimo Mori, Simone Oggionni, Michele Ortore, Tommaso Ottonieri, Luisa Pianzola, Enea Roversi, Luigi Alberto Sanchi, Isabella Sandri, Annalisa Teodorani, Italo Testa, Christian Tito.

www.argonline.it
www.lagru.org
www.bartleby.info
335 1099665

giovedì 27 gennaio 2011

L’Ero(s)diade / La binaria dell’asiento di A. Contiliano alla “Fardelliana”

L’Ero(s)diade / La binaria dell’asiento di A. Contiliano alla “Fardelliana”
Trapani, 27 gennaio 2011, ore 17,30


Dopo i 100 poeti in sciopero di “Calpestare l’oblio” (Roma 8 gennaio 2011) e i 105 poeti antimafia – “L’impoetico mafioso” (curato da G. Lucini) –, di cui si è tenuta la presentazione al Carmine di Marsala (sala affollatissima) con l’intervento di Rita Borsellino (parlamentare europeo), e dello stesso poeta Lucini, l’autore marsalese N. Contiliano è protagonista di un’altra presentazione.
Intanto per la manifestazione di “Calpestare l’oblio” e di “L’impoetico mafioso” si possono vedere i filmati (passaggi vari) sul sito http://www.youtube.com/user/Lucreziocaro90.
La nuova opera – L’Ero(s)diade / La binaria dell’asiento (Quaderni di Collettivo R /Atahualpa, Firenze 2010) – di Contiliano, all’insegna sempre della sua poetica “impegnata”, sarà presentata il 27 gennaio 2011, ore 17,30, nella sala conferenze della biblioteca “Fardelliana” di Trapani. L’organizzazione è stata curata dalla Dir. Sig.ra Margherita Giacalone. Interverranno due docenti dell’Università di Palermo: Sergio Pattavina (autore dell’introduzione al libro: “L’indignazione di Contiliano”), e Marta Barbaro (che ha curato già un lavoro saggistico sulla poesia di Contiliano. Il saggio, prossimamente, sarà edito dalla rivista “Arenaria” di Palermo (“Arenaria” – Collana di ragguagli di letteratura moderna e contemporanea – esce a cura del poeta Lucio Zinna).



In breve, sull’opera, la cui copertina è illustrata dalla semantica artistica del quadro – “L’isola non è arrivo 2” – del pittore Giacomo Cuttone (presente anche lui alla “Fardelliana”), evidenziamo qualche stralcio critico. Le brevi citazioni critiche sono tratte dall’introduzione del prof. S. Pattavina e dal lavoro saggistico della prof.ssa M. Barbaro.



Sergio Pattavina: “L’indignazione di Contiliano giunge qui al diapason, e mentre riafferma, quasi “poesia a comizio” che “non è più tempo di chiedere/ esigere è tempo e insieme/ danzare come zanzare/ tumori parole bando sbando/ più incendio e bandoliere” (Cave avatar), cerca e ci invita a cercare un varco, una via, un “anello che non tiene”, per l’estremo assalto al cielo: “noi cerchiamo un varco di cielo, come ieri/ e vendere avventurieri le menzogne/ quelle di cui il mercato si vergogna/ perché vogliamo più velieri che zinco/ e navigare pirati che sanno del no, rappeurs” (Cabròn). Fra la soggettività del poeta, dunque, con i suoi principi astratti di libertà, eguaglianza, solidarietà, pace, si istituisce un acrimonioso disaccordo con la realtà empirica fatta di sfruttamento, di guerre imperialiste, di vecchi e nuovi fascismi, di razzismo, che dà luogo all’invettiva, all’ironia, agli stratagemmi più “in-sensati” per disarticolare il discorso, stravolgendone alchemicamente il linguaggio, dei texta (letterari, giornalistici, televisivi) del potere, appannaggio delle classi dominanti”.


Marta Barbaro: “In Ero(s)diade c’è di tutto: dalle guerre alle migrazioni, dall’invettiva anticlericale alla denuncia dell’economia neoliberista, dalle catastrofi ambientali all’11 settembre, dalla cronaca alla politica, con nomi, cognomi e fatti che interessano la vita italiana e mondiale; e ancora, attingendo dagli slogan della comunicazione televisiva così come dal cinema e dai linguaggi settoriali, e alternando le competenze di astronomia e di fisica quantistica con quelle del mondo informatico e tecnologico, si passa dal macro della storia e della cosmologia al micro delle particelle subatomiche e dei bit digitali. Non solo ogni testo investe un ambito o un problema diverso del nostro presente, così come ci indicano i diversi titoli, ma all’interno di ogni singolo componimento i temi e i codici s’intrecciano e sembrano generarsi gli uni dagli altri” (dal saggio di prossima pubblicazione su (“Arenaria”).
Chiudiamo anticipando che è in arrivo un’altra antologia che porta altri testi poetici di A. Contiliano. Per intanto estendiamo un invito: essere partecipi alla presentazione del 27 gennaio 2011, ore 17,30, alla “Fardelliana” di Trapani.

mercoledì 19 gennaio 2011

I "100 poeti contro la mafia" a Marsala





Epos, Poesia civile e politica


Gianmario Lucini (L’impoetico mafioso, introduzione)

L’idea dalla quale prende corpo questa antologia, nasce da riflessioni intorno al ruolo della poesia nella società contemporanea. La poesia infatti, fin dalle sue origini, ha sempre avuto un ruolo importante […] in ogni grande cultura. […]nella civiltà greca, il primo strumento di diffusione della nascente filosofia, fino a Socrate e Platone: ricordiamo ad esempio il poema di Parmenide, le sentenze dell’ermetico Eraclito. […] La poesia era anche memoria storico-mitica, memoria delle gesta dell’origine perduta nel tempo, la consacrazione delle gesta in un’epica da tramandare ai posteri come elemento di identità e di coesione sociale. […] I tempi cambiarono ed oggi si è giunti, dopo venticinque secoli, ad una poesia svuotata di ruolo, scissa ed esiliata in un limbo, spesso in colloquio solo con se stessa all’interno di una bolla di sapere che definiamo “letteratura”. […] Nessuno più immaginerebbe di veder partecipare le masse ad una recita di poesia, come accadeva nel teatro greco, ma bisogna pur soggiungere che le nostre moderne recite di poesia sono a volte qualcosa di davvero deprimente. […] I cosiddetti “reading” di poesia – oggi – […]non hanno la capacità di suscitare quel sentimento di empatia e l’alone affettivo che invece suscitava (e suscita ancor oggi) la poesia epica. Essa parlava della pòlis, del suo popolo e della sua vita, dei suoi problemi, dei suoi dubbi, delle sue paure ataviche. Era una poesia capace di stare dentro la società storica e proporsi con un ruolo molto chiaro, quello di interprete della umanità più profonda, di metterla in scena anche nelle sue contraddizioni e nei suoi dolorosi paradossi. La poesia contemporanea invece, troppo spesso, è la noiosa e monocorde proposta di un “Io poetico” solipsistico, che non si cura dell’altro, ma solo di se stesso, non si sente responsabile del processo di comunicazione, ma si mette gegenstand, di fronte, troppo spesso da un pulpito, dall’interno di un gioco le cui regole non sono chiare a nessuno, forse neppure al poeta stesso. La poesia antica era criticabile da tutti, per questo fiorivano gli agoni poetici che ci hanno regalato la migliore poesia classica.
La poesia contemporanea spesso non è criticabile perché non condivide con nessuno i suoi criteri di senso. […]E allora non c’è da meravigliarsi se la gente “non legge poesia”. Io credo che sia non tanto una questione di livello culturale, ma piuttosto di igiene mentale, una forma di auto-difesa dal non-senso della poesia decaduta e auto-referenziale.
Pertanto, se cerchiamo un riscontro in qualche modo ”letterario” alla creazione di questa antologia, sta proprio in questo: nel trovare un palinsesto che consenta ai poeti che vi aderiscono di scrivere una pagina di epica, in senso lato, non certo letterale. Questa antologia illustra, per campionature, come il poeta “vede” o “sente” quello che accade nel mondo e di cui si occupa di solito non la poesia ma la cronaca. Purtroppo la cronaca è molto circostanziata, quando lo è, nel “narrare” i fatti, ma non nell’esprimere una visione del mondo, ossia un pensiero (poetico, s’intende, non certo noetico). Questa particolare visione poetica, che è trasmessa attraverso le componenti più simboliche del linguaggio, è demandata all’arte: la cronaca non può farlo. E se l’arte non produce una visione simbolica dei fatti di cronaca, allora alla cronaca difetterà sempre una connotazione profonda e passerà sulle nostre coscienze senza lasciare traccia, come si trattasse di fatalità. Di conseguenza non facciamo niente, anche quando la cronaca ci narra fatti raccapriccianti. Infatti, quasi senza lasciare traccia passano, nella coscienza collettiva, le guerre, passano le ingiustizie planetarie, passa la rapina all’ambiente, passa ogni mafia, ogni corruzione, ogni impoetico. Il tutto va a gonfiare il cosiddetto rimosso collettivo, la spazzatura sotto il tappeto del salotto buono. La notizia invero dura tre giorni, l’arte ben fatta dura invece per sempre.
[…].
Questa è l’ottica che ci ha consigliato di mettere tra parentesi l’esigenza di selezionare i testi scegliendo soltanto quelli più pregiati dal punto di vista letterario. Infatti, in questo momento storico di ampia sottovalutazione dell’impatto devastante della cultura mafiosa in ogni ambito sociale, è molto più importante raccogliere un segnale chiaro, esprimere una volontà diffusa nella comunità letteraria, raccogliere ogni contributo, ogni proposito. […]
Il nostro piccolo segnale alla cultura mafiosa mi pare dunque forte e chiaro, anche se non forte come sarebbe potuto essere, visto che molti fra i nomi più noti delle lettere non vi hanno aderito (peraltro immagino che forse molti non l’abbiano neppure saputo): e quindi giriamo a loro questa parte di responsabilità, poiché i poeti che qui hanno partecipato hanno assolto la loro parte di impegno nell’assumersi un ruolo preciso, che in qualche modo li impegna anche per il futuro.
[…]
E vorrei rendere omaggio anche a coloro che hanno combattuto la mafia non con le parole ma con la vita. Vorrei che questa antologia fosse un omaggio alla memoria di migliaia e migliaia di vittime che hanno lottato per la libertà e la dignità del lavoro, della vita, per i princìpi che stanno alla base di una qualsiasi convivenza democratica e dunque per il futuro di noi tutti. […]perché "un Paese vuol dire non essere soli”, per dirla con Cesare Pavese […]Purtroppo NON è così ed anche le manifestazioni indette in ricordo dei morti ammazzati per mafia, come quella del 21 marzo organizzata da qualche anno dall’Associazione “Libera”, trovano un consenso ancora poco adeguato, poca risonanza sui Media e, soprattutto, poco dibattito culturale.
L’antologia è dedicata alla memoria di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, in provincia di Salerno, ucciso dai mafiosi perché si opponeva a una politica di sfruttamento del territorio - alla cosiddetta “ecomafia”.
[…]
Lo vogliamo ricordare, con le migliaia di eroi (questi sì, non altri per i quali sono state chieste medaglie e monumenti...) conosciuti come Peppino Impastato, Vincenzo Grasso, Lollò Cartisano, Rocco Gatto (il mugnaio di Gioiosa Jonica), Rocco Chinnici, don Puglisi, i giudici Falcone, Borsellino, Livatino, ed altri citati nelle poesie, e i molti sconosciuti che hanno difeso da soli, spesso in un clima di collettiva indifferenza se non di omertà, la libertà di tutti – o quel poco che ne rimane. Non basterebbe un libro come questo ad elencare tutti i morti di mafia, né a descrivere tutte le tipologie di reato che caratterizzano le attività della mafia, in ogni ambito della convivenza civile.

I "100 poeti contro la mafia" a Marsala

Epos, Poesia civile e politica


Gianmario Lucini (L’impoetico mafioso, introduzione)

L’idea dalla quale prende corpo questa antologia, nasce da riflessioni intorno al ruolo della poesia nella società contemporanea. La poesia infatti, fin dalle sue origini, ha sempre avuto un ruolo importante […] in ogni grande cultura. […]nella civiltà greca, il primo strumento di diffusione della nascente filosofia, fino a Socrate e Platone: ricordiamo ad esempio il poema di Parmenide, le sentenze dell’ermetico Eraclito. […] La poesia era anche memoria storico-mitica, memoria delle gesta dell’origine perduta nel tempo, la consacrazione delle gesta in un’epica da tramandare ai posteri come elemento di identità e di coesione sociale. […] I tempi cambiarono ed oggi si è giunti, dopo venticinque secoli, ad una poesia svuotata di ruolo, scissa ed esiliata in un limbo, spesso in colloquio solo con se stessa all’interno di una bolla di sapere che definiamo “letteratura”. […] Nessuno più immaginerebbe di veder partecipare le masse ad una recita di poesia, come accadeva nel teatro greco, ma bisogna pur soggiungere che le nostre moderne recite di poesia sono a volte qualcosa di davvero deprimente. […] I cosiddetti “reading” di poesia – oggi – […]non hanno la capacità di suscitare quel sentimento di empatia e l’alone affettivo che invece suscitava (e suscita ancor oggi) la poesia epica. Essa parlava della pòlis, del suo popolo e della sua vita, dei suoi problemi, dei suoi dubbi, delle sue paure ataviche. Era una poesia capace di stare dentro la società storica e proporsi con un ruolo molto chiaro, quello di interprete della umanità più profonda, di metterla in scena anche nelle sue contraddizioni e nei suoi dolorosi paradossi. La poesia contemporanea invece, troppo spesso, è la noiosa e monocorde proposta di un “Io poetico” solipsistico, che non si cura dell’altro, ma solo di se stesso, non si sente responsabile del processo di comunicazione, ma si mette gegenstand, di fronte, troppo spesso da un pulpito, dall’interno di un gioco le cui regole non sono chiare a nessuno, forse neppure al poeta stesso. La poesia antica era criticabile da tutti, per questo fiorivano gli agoni poetici che ci hanno regalato la migliore poesia classica.
La poesia contemporanea spesso non è criticabile perché non condivide con nessuno i suoi criteri di senso. […]E allora non c’è da meravigliarsi se la gente “non legge poesia”. Io credo che sia non tanto una questione di livello culturale, ma piuttosto di igiene mentale, una forma di auto-difesa dal non-senso della poesia decaduta e auto-referenziale.
Pertanto, se cerchiamo un riscontro in qualche modo ”letterario” alla creazione di questa antologia, sta proprio in questo: nel trovare un palinsesto che consenta ai poeti che vi aderiscono di scrivere una pagina di epica, in senso lato, non certo letterale. Questa antologia illustra, per campionature, come il poeta “vede” o “sente” quello che accade nel mondo e di cui si occupa di solito non la poesia ma la cronaca. Purtroppo la cronaca è molto circostanziata, quando lo è, nel “narrare” i fatti, ma non nell’esprimere una visione del mondo, ossia un pensiero (poetico, s’intende, non certo noetico). Questa particolare visione poetica, che è trasmessa attraverso le componenti più simboliche del linguaggio, è demandata all’arte: la cronaca non può farlo. E se l’arte non produce una visione simbolica dei fatti di cronaca, allora alla cronaca difetterà sempre una connotazione profonda e passerà sulle nostre coscienze senza lasciare traccia, come si trattasse di fatalità. Di conseguenza non facciamo niente, anche quando la cronaca ci narra fatti raccapriccianti. Infatti, quasi senza lasciare traccia passano, nella coscienza collettiva, le guerre, passano le ingiustizie planetarie, passa la rapina all’ambiente, passa ogni mafia, ogni corruzione, ogni impoetico. Il tutto va a gonfiare il cosiddetto rimosso collettivo, la spazzatura sotto il tappeto del salotto buono. La notizia invero dura tre giorni, l’arte ben fatta dura invece per sempre.
[…].
Questa è l’ottica che ci ha consigliato di mettere tra parentesi l’esigenza di selezionare i testi scegliendo soltanto quelli più pregiati dal punto di vista letterario. Infatti, in questo momento storico di ampia sottovalutazione dell’impatto devastante della cultura mafiosa in ogni ambito sociale, è molto più importante raccogliere un segnale chiaro, esprimere una volontà diffusa nella comunità letteraria, raccogliere ogni contributo, ogni proposito. […]
Il nostro piccolo segnale alla cultura mafiosa mi pare dunque forte e chiaro, anche se non forte come sarebbe potuto essere, visto che molti fra i nomi più noti delle lettere non vi hanno aderito (peraltro immagino che forse molti non l’abbiano neppure saputo): e quindi giriamo a loro questa parte di responsabilità, poiché i poeti che qui hanno partecipato hanno assolto la loro parte di impegno nell’assumersi un ruolo preciso, che in qualche modo li impegna anche per il futuro.
[…]
E vorrei rendere omaggio anche a coloro che hanno combattuto la mafia non con le parole ma con la vita. Vorrei che questa antologia fosse un omaggio alla memoria di migliaia e migliaia di vittime che hanno lottato per la libertà e la dignità del lavoro, della vita, per i princìpi che stanno alla base di una qualsiasi convivenza democratica e dunque per il futuro di noi tutti. […]perché "un Paese vuol dire non essere soli”, per dirla con Cesare Pavese […]Purtroppo NON è così ed anche le manifestazioni indette in ricordo dei morti ammazzati per mafia, come quella del 21 marzo organizzata da qualche anno dall’Associazione “Libera”, trovano un consenso ancora poco adeguato, poca risonanza sui Media e, soprattutto, poco dibattito culturale.
L’antologia è dedicata alla memoria di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, in provincia di Salerno, ucciso dai mafiosi perché si opponeva a una politica di sfruttamento del territorio - alla cosiddetta “ecomafia”.
[…]
Lo vogliamo ricordare, con le migliaia di eroi (questi sì, non altri per i quali sono state chieste medaglie e monumenti...) conosciuti come Peppino Impastato, Vincenzo Grasso, Lollò Cartisano, Rocco Gatto (il mugnaio di Gioiosa Jonica), Rocco Chinnici, don Puglisi, i giudici Falcone, Borsellino, Livatino, ed altri citati nelle poesie, e i molti sconosciuti che hanno difeso da soli, spesso in un clima di collettiva indifferenza se non di omertà, la libertà di tutti – o quel poco che ne rimane. Non basterebbe un libro come questo ad elencare tutti i morti di mafia, né a descrivere tutte le tipologie di reato che caratterizzano le attività della mafia, in ogni ambito della convivenza civile.

lunedì 10 gennaio 2011

UN OSSERVATORIO SULLA QUESTIONE CULTURALE ITALIANA


(da sn: Natalia Paci, Nino Contiliano, Valerio Cuccaroni, Davide Nota, Davide Gariti, Beppe Costa, Matteo Fantuzzi, Fabio Orecchini)


NELLA SECONDA ASSEMBLEA NAZIONALE DI CALPESTARE L'OBLIO
POETI, GIORNALISTI, STUDENTI, SINDACATI, PARTITI
GIUNTI DA TUTTA ITALIA PROPONGONO
UN OSSERVATORIO SULLA QUESTIONE CULTURALE ITALIANA
UN REFERENDUM ABROGATIVO DELLA LEGGE GELMINI
E CHIEDONO UN INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

LUNEDì 10 GENNAIO “CALPESTARE L'OBLIO” A TG3 LINEA NOTTE

ROMA – Sabato 8 gennaio 2011, in un affollatissimo locale del quartiere San Lorenzo, il Beba Do Samba, si è tenuta, di fronte a una platea di oltre 200 persone, la seconda Assemblea nazionale di “Calpestare l'oblio”, a cui hanno preso parte poeti giunti da tutta Italia, giornalisti come Pietro Spataro (vice-direttore dell'Unità), Angelo Mastrandrea (vice-direttore del Manifesto), Donatella Coccoli (direttore di Left-Avvenimenti), i collettivi universitari “Abbiamo fame di cultura” (Studi Orientali), Coordinamento K5, la rete di collettivi auto-organizzati “Ateneinrivolta”, i registi Beppe Gaudino e Isabella Sandri, Cristian Sesena (CGIL), Matteo Orfini (responsabile culturale del PD), Stefania Brai (responsabile culturale PRC), Danilo Borrelli (Giovani Comunisti), i rappresentanti del movimento dei lavoratori dello spettacolo MOVEM09 e del Network delle facoltà ribelli UNIRIOT; in video l'intervento di Nichi Vendola (per vedere il video: http://www.youtube.com/watch?v=nDaVg6FChb8)-

Nato come opera poetica di impegno civile nel novembre 2009, capace di attirare l'attenzione non solo degli addetti ai lavori ma dei maggiori media nazionali, dall'8 gennaio 2010 “Calpestare l'oblio” si è auto-organizzato in un vasto movimento spontaneo di rivolta generale contro quello che i promotori hanno definito il “trentennio dell'interruzione culturale” e della “rimozione della coscienza critica”.
A un anno di distanza, dopo una serie di iniziative tenute in tutta Italia, i curatori del progetto Davide Nota (rivista La Gru), Fabio Orecchini (rivista Argo e Beba Do Samba) e Valerio Cuccaroni (rivista Argo) hanno cercato di tirare le fila e, al termine di oltre quattro ore di discussione ininterrotta, l'Assemblea si è accordata su alcuni punti chiave:
 unire le lotte di studenti, ricercatori, precari della scuola, operatori del mondo dello spettacolo, giornalisti, metalmeccanici;
 promuovere un'arte “contaminata”, ovvero un'arte che non solo racconti il presente, ma cammini nel presente e lotti per un futuro migliore;
 istituire un osservatorio sulla questione culturale italiana, un luogo aperto di incontro per una pluralità gravida di domande e orfana di risposte: scrittori e piccoli editori, attori registi e produttori, teatranti, artisti e operatori culturali in genere, studenti, ricercatori e insegnanti;
 promuovere un referendum abrogativo della Legge Gelmini, da associare a quello sull'Acqua e sul collegato lavoro, convocando tutti i partiti del centro-sinistra attorno a un tavolo comune per discutere e raticare;
 chiedere al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di accompagnare le dichiarazioni sull'emergenza giovani con concrete sollecitazioni al Governo di centro-destra perché attinga i fondi necessari alla cultura dall'evasione fiscale, affinché non venga lasciato quest'onore solo e sempre al centro-sinistra.

La serata è continuata con le letture dei poeti di “Calpestare l'oblio” e altri che hanno aderito spontaneamente al progetto, i concerti del gruppo Pane e del fondatore del Canzoniere del Lazio Piero Brega.

Lunedì 10 gennaio l'opera e il progetto “Calpestare l'oblio” verranno presentati in diretta su TG3 LINEA NOTTE da Valerio Cuccaroni, curatore della Collana Argo e autore dell'introduzione all'opera “Calpestare l'oblio. Cento poeti contro la minaccia incostituzionale, per la resistenza della memoria repubblicana” (Cattedrale, Coll. Argo, 2010). L'introduzione riprende e aggiorna un articolo, tradotto in francese e pubblicato a marzo 2010 dal mensile parigino Le Monde diplomatique nel proprio blog Le lac des signes.

PROSSIMI APPUNTAMENTI
I poeti in rivolta di “Calpestare l'oblio” torneranno a riunirsi e incontrare la cittadinanza:
Sabato 22 gennaio, ore 18, Libreria Rinascita, Ascoli Piceno
Venerdì 11 febbraio, ore 21, Bartleby, Bologna

Hanno aderito a “Calpestare l'oblio”, finora:

i giornalisti e intellettuali: Angela Azzaro (Gli Altri), Leonardo Bonetti, Tonino Bucci (Liberazione), Donatella Coccoli (Left), Geraldina Colotti - Tommaso Di Francesco - Pietro Ingrao - Angelo Mastrandrea (il manifesto), Manuel Cohen, Furio Colombo (Il Fatto quotidiano), Enrico Ghezzi (Rai), Michele Arcangelo Firinu, Elio Matarazzo, Giovanna Nuvoletti (Rolling Stone), Simone Oggionni, Giancarlo Rossi (Rai Radio 1), Luigi Alberto Sanchi, Isabella Sandri, Pietro Spataro (l’Unità), Tommaso Ottonieri;

gli artisti: Nicola Alessandrini e Valeria Colonnella, Jakob De Chirico, Beppe e Isabella Gaudino (movimento dei lavoratori dello spettacolo MOVEM09);

le riviste, web-zine e blog: Absoluteville, Argo, Blanc de ta nuque, Bollettario, Farepoesia, La Gru, Metromorfosi Infocritica, Micromega, Poesia2puntozero, Post it, Il primo amore, Versodove;

le associazioni: Agave, Aidoru/Teatro Valdoca, Anpi, Arcipelago scec, Azimut onlus, Casa delle culture di Ancona, Donne dasud, Gasper Roma, Iodonna, Istituto Storia Marche, Licenze poetiche, Meddletv, Milanocosa, Osservatorio nazionale amianto, Svolta a sinistra, Zuccherificio;

i collettivi universitari: Abbiamo fame di cultura, Ateneinrivolta, Collettivo Lettere Filosofia Firenze, Coordinamento K5, Assemblea Scienze politiche Romatre, Uniriot;

gli editori: Fara editore, Pellicanolibri, Polimata, Senzapatria, Zona;

i comuni: Ancona e Grottammare e la provincia di Ancona

i sindacati: Cgil, Cobas;

i politici: Danilo Borrelli (Giovani Comunisti), Stefania Brai (PRC), Matteo Orfini (PD), Nichi Vendola (SEL);

i poeti e scrittori: i co-autori di “Calpestare l’oblio” Francesco Accattoli, Annelisa Addolorato, Nadia Agustoni, Fabiano Alborghetti, Augusto Amabili, Viola Amarelli, Antonella Anedda, Gian Maria Annovi, Danni Antonello, Luca Ariano, Roberto Bacchetta, Martino Baldi, Nanni Balestrini, Maria Carla Baroni, Vittoria Bartolucci, Alberto Bellocchio, Luca Benassi, Alberto Bertoni, Gabriella Bianchi, Marco Bini, Brunella Bruschi, Franco Buffoni, Michele Caccamo, Maria Grazia Calandrone, Carlo Carabba, Nadia Cavalera, Enrico Cerquiglini, Antonino Contiliano, Beppe Costa, Andrea Cramarossa, Walter Cremonte, Maurizio Cucchi, Gianluca D’Andrea, Roberto Dall’Olio, Gianni D’Elia, Daniele De Angelis, Francesco De Girolamo, Vera Lùcia De Oliveira, Eugenio De Signoribus, Nino De Vita, Luigi Di Ruscio, Marco Di Salvatore, Alba Donati, Stefano Donno, Fabrizio Falconi, Matteo Fantuzzi, Anna Maria Farabbi, Angelo Ferrante, Loris Ferri, Fabio Franzin, Tiziano Fratus, Andrea Garbin, Davide Gariti, Massimo Gezzi, Maria Elisa Giocondo, Marco Giovenale, Mariangela Guatteri, Raimondo Iemma, Andrea Inglese, Giulia Laurenzi, Maria Lenti, Bianca Madeccia, Maria Grazia Maiorino, Francesca Mannocchi, Giulio Marzaioli, Emiliano Michelini, Guido Monti, Silvia Monti, Davide Morelli, Renata Morresi, Giovanni Nadiani, Davide Nota, Opiemme (laboratorio), Fabio Orecchini, Claudio Orlandi, Natalia Paci, Adriano Padua, Susanna Parigi, Fabio Giovanni Pasquarella, Giovanni Peli, Enrico Piergallini, Antonio Porta, Alessandro Raveggi, Rossella Renzi, Roberto Roversi, Lina Salvi, Stefano Sanchini, Flavio Santi, Lucilio Santoni, Giuliano Scabia, Francesco Scarabicchi, Alessandro Seri, Marco Simonelli, Enrico Maria Simoniello, Giancarlo Sissa, Luigi Socci, Alfredo Sorani, Pietro Spataro, Roberta Tarquini, Rossella Tempesta, Enrico Testa, Fabio Teti, Emiliano Tolve, Adam Vaccaro, Antonella Ventura, Lello Voce, Matteo Zattoni + Leonardo Bonetti, Dina Basso, Tiziana Cera Rosco, Massimiliano Chiamenti, David Colantoni, Azzurra D’Agostino, Sara Davidovics, Marco Di Paquale, Chiara Daino, Alessandro Giammei, Mario Lunetta, Michele Ortore, Luisa Pianzola, Schiavone Ivan, Christian Tito, Cristian Sesena, Jonata Sabbioni.

Con preghiera di diffusione, pubblicazione e partecipazione.





“Calpestare l'oblio” è a cura di:
Davide Nota - Rivista “La Gru” 327 6948405
Fabio Orecchini - Ass.Cult. “Beba do Samba” 339 6374741
Valerio Cuccaroni - Rivista “Argo” 335 1099665

Il seme e la lotta dei poeti di "Calpestare l'oblio"



(da sn: Natalia Paci, Nino Contiliano, Valerio Cuccaroni, Davide Nota, Davide Gariti, Beppe Costa, Matteo Fantuzzi, Fabio Orecchini).



Documento d’apertura della Seconda assemblea nazionale di Calpestare l’oblio “Beba do Samba” (Roma, 8 gennaio 201)
(letto a cura di Davide Nota)


Come mai gli studenti in rivolta non condividono la rivolta dei poeti e i poeti ignorano i contenuti delle assemblee degli atenei?
Per quale motivo il mondo del giornalismo non ha a cuore la sorte degli scrittori esiliati dalla società italiana e viceversa?
Perché le voci dei lavoratori precari dell’istruzione non si intrecciano con le armonie dei nuovi musicisti o con le riflessioni dei nuovi intellettuali costretti alla fuga?
Come mai ogni ambito della cultura della società italiana vive in questa forma di separazione la propria crisi e il proprio dissidio nei confronti dell’ideologia nazionale più ignorante ed arrogante d’Europa?

Calpestare l’oblio, che al di là del pretesto antologico dei cento poeti uniti contro la rimozione della memoria repubblicana si è da tempo auto-sviluppato nelle forme di un vasto movimento spontaneo di rivolta generale contro quello che abbiamo definito il trentennio della interruzione culturale e della rimozione della coscienza critica, poetica ed artistica dai media italiani, vuole dire che una vasta e crescente porzione generazionale non intende più rassegnarsi al silenzio di fronte alla desertificazione culturale del proprio Paese, desertificazione che se può essere definita sinteticamente “berlusconismo” più propriamente è la storia di trent’anni di vita nazionale, un trentennio battezzato nel 1978 con la fondazione di Telemilano cavo e da cui, con non pochi silenzi o assensi anche a sinistra, ha avuto inizio quel progetto malato di pacificazione ed unificazione nazionale fondato sulla lobotomia di massa e sulla pedagogia mediatica del disimpegno, del disinteresse, dell’indifferenza ed infine del più volgare cinismo, di cui viviamo oggi le più desolanti ed evidenti conseguenze.

Un’antropologia nazionale fondata sul dogma del disincanto, sulla solitudine di massa e su un individualismo senza individualità, in cui i canoni pur necessari e ineludibili della società liquida e postmoderna sono stati imbrigliati e incanalati in una delle più spaventose operazioni coatte, e cioè progettuali, di devastazione delle coscienze, della memoria, della percezione stessa della dimensione temporale e di omologazione attorno ad un unico ed uniforme inconscio collettivo rappresentato dallo spettacolo televisivo italiano, che ha plasmato nel corso dei decenni a propria immagine e somiglianza un’intera comunità smarrita e trainata nella più greve regressione culturale e antropologica.

Quella che abbiamo definito in quest’anno di lotta come “ideologia della separazione” (tra ruoli sociali, ambienti, generi, individui) è riuscita nel silenzio generalizzato a radicarsi nel Dna di quel corpo sano che era stato, dalla Resistenza contro il fascismo alla simbolica morte di Pasolini, un autentico coordinamento plurale di produzioni e diffusione di culture, sensibilità e coscienze come presagio e presentimento di un Paese da costruire nell’alleanza e nel continuo scambio tra fermento artistico, vivacità giornalistica, approfondimento scolastico e ricerca universitaria.

I tre ambiti che come saprete abbiamo oggi convocato sono in rappresentanza, ancora necessariamente simbolica e non scientifica, del mondo dell’arte (la produzione di opere), il mondo degli studi universitari e il mondo del giornalismo culturale legato a quella porzione di visione politica che dovrebbe avere a cuore un’idea alternativa di società e di sviluppo, fondati sulla partecipazione democratica alla cosa pubblica e sullo sviluppo delle opportunità di conoscenza e diffusione culturale.
Ad oggi, come risulta evidente, questi tre ambienti vivono e svolgono i propri percorsi come monadi separate, persino quando le loro intenzioni di lotta convergerebbero naturalmente verso uno stesso obiettivo che è il superamento del pantano storico nazionale.
Sono qui presenti Pietro Spataro, vicedirettore de L’Unità, Donatella Coccoli, direttrice di Left - Avvenimenti, che hanno già seguito e condiviso dallo scorso anno la nostra campagna, Angelo Mastrandrea, vicedirettore de Il manifesto, Il fatto quotidiano, Liberazione e Gli altri.
Abbiamo inoltre invitato alcuni referenti culturali del mondo politico per metterli al corrente delle nostre riflessioni. Sono qui presenti Matteo Orfini del Partito democratico e Stefania Brai di Rifondazione comunista, mentre per SEL proietteremo un breve saluto di Nichi Vendola che oggi è all’estero ma che avrà presto sotto mano i documenti che seguiranno l’assemblea.
Sono inoltre presenti alcuni sindacalisti della Cgil nazionale e dei Cobas, oltre che numerosi altri ospiti che presenteremo nel corso dell’assemblea.

L’assemblea sarà videoripresa da alcuni giovani registi della Scuola di Cinema ACT di Cinecittà, che nei prossimi mesi ne faranno un documentario sulla rivolta dei poeti, sul movimento studentesco e sulle lotte sindacali in atto contro il ricatto dei grandi patrimoni economici nei confronti degli individui inermi in quanto separati, documentario che sarà poi capillarmente diffuso sul web e in tutte le città d’Italia per amplificare in tutte le sue forme e potenzialità il portato di questa campagna.

Tornando alla questione culturale, e nello specifico poetica, dovremmo forse chiederci il motivo per cui una comunità - anche a sinistra - non ha ritenuto più necessario tramandarsi una educazione e sensibilità che in definitiva è la capacità di condividere una visione complessiva e collegata dei fenomeni del mondo, per cui anche un sonetto paesaggistico parla di una visione del mondo, delle relazioni e della coscienza che un individuo storico ha di sé. Quanto avviene nel testo è sempre un modo di pensare e di interpretare un contesto.

E una società, o meglio, un intreccio di poteri che ha dominato nell’ultimo trentennio la società italiana fondando il proprio controllo sociale sulla disgregazione degli individui e sulla separazione coatta dei fenomeni per cui tutto il reale apparisse arbitrariamente preesistente, inconoscibile ed irremovibile, non poteva che essere radicalmente e naturalmente nemico della poesia, così come è stato inconsciamente nemico di ogni spazio di riflessione e di socializzazione non traducibile in rendiconto immediatamente spendibile e strumentalizzabile, spazio che infatti il potere italiano ha rimosso prima dalla comunicazione e poi dalla società reale. Questo è l’oblio che intendiamo calpestare.

Calpestare l’oblio, che come appare chiaro non è più soltanto un libro ma è un movimento culturale libero, spontaneo ed eterogeneo, rilancia a partire da questo momento la costituzione di un osservatorio, aperto e plurale, sulla questione culturale italiana.
È prematuro discutere ora delle forme e delle periodicità che tale strumento potrebbe assumere ma è importante iniziare a pensarlo come una prospettiva necessaria: le tavole rotonde della sinistra culturale e l’officina del pensiero critico.

Un luogo aperto e di incontro per una pluralità sempre più gravida di domande ed orfana di risposte: scrittori schiacciati dalla censura editoriale sulla qualità e dall’indifferenza dei media, editori massacrati da processi monopolistici di distribuzione e vendita, studenti e ricercatori accerchiati da ogni lato, da una politica di tagli e sfruttamento intensivo del precariato ma anche, e non può essere taciuto a sinistra, da baronati feudali che esistono, che sono pressoché la norma del lobbismo localistico italiano e che non devono essere più accettati.
Antropologia feudale che talvolta si riscontra persino in parte della stampa da noi considerata amica, non sempre in grado di riconoscere una nuova opera di valore, un nuovo fenomeno, una problematica centrale nel dibattito culturale in corso.

Un osservatorio nelle forme della tavola rotonda che non deve e non può tradursi in un nuovo ambiente chiuso di nuove amicizie riservate ma in un libero, aperto e partecipabile cantiere.
Se vogliamo un’alternativa sincera ad un’epoca storico-politica fondata sull’abolizione del pensiero e sulla repressione della cultura, dobbiamo dare inizio ad un nuovo fondamento e ritrovare uniti un luogo, reale e metaforico, mentale e fisico, di unità e discussione, di condivisione e confronto, anche di scontro purché di crescita.
Considerarci tutti quanti come un’unica grande questione aperta: la questione culturale italiana.

Questo è solo un seme, che oggi lasciamo al vento nelle forme della parola. Buona assemblea.

lunedì 3 gennaio 2011

ASSEMBLEA NAZIONALE dei POETI a Roma



LA QUESTIONE CULTURALE ITALIANA
NELLA II ASSEMBLEA NAZIONALE DI “CALPESTARE L'OBLIO”
SABATO 8 GENNAIO Ahttp://www.blogger.com/img/blank.gif ROMA
CON UN CENTINAIO DI POETI E ARTISTI DA TUTTA ITALIA, QUOTIDIANI E RAPPRESENTANTI DELLA SINISTRA, SINDACATI, RIVISTE, ASSOCIAZIONI, MOVIMENTO STUDENTESCO
E UN VIDEO-INTERVENTO DI NICHI VENDOLA


Sabato 8 gennaio 2011, alle ore 17 presso la sede dell’Associazione culturale “Beba do samba” di Roma, in Via de’ Messapi n.8 (quartiere San Lorenzo), si svolgerà la Seconda assemblea nazionale di “Calpestare l’oblio”, indetta dall'Associazione “Beba do Samba” (www.bebadosamba.it) e dalle riviste La Gru (www.lagru.org) e Argo (www.argonline.it).

“Calpestare l’oblio” è un grande progetto poetico e culturale che dalla piattaforma del web si è tradotto tra il 2009 e il 2010 in un'opera in formato e-book, che ha scatenato un acceso dibattito sulle principali testate giornalistiche italiane (L’Unità, Left, MicroMega, Gli altri, Il Corriere della Sera, Il Giornale, Libero, Il Foglio, Il manifesto, Radio3, Radio24), ed in una prima Assemblea nazionale dei poeti, che si è tenuta l’8 gennaio del 2010 al Beba do Samba di Roma.

In occasione della presentazione della versione cartacea dell’antologia “Calpestare l’oblio. Cento poeti italiani contro la minaccia incostituzionale, per la resistenza della memoria repubblicana” (Argo - Cattedrale, 2010), il coordinamento dei poeti in rivolta indice una Seconda assemblea di “Calpestare l’oblio” per fare il punto sulla drammatica questione culturale in Italia, mettendo in dialogo il mondo dell’arte e della poesia, del giornalismo culturale e del sapere universitario.

Come mai gli studenti in rivolta non conoscono la rivolta dei poeti e i poeti non frequentano le assemblee degli atenei?
Per quale motivo i giornalisti non hanno a cuore la sorte degli scrittori esiliati dalla società italiana e viceversa?
Perché le voci dei lavoratori precari dell’istruzione non si intrecciano con le armonie dei nuovi musicisti o con le riflessioni dei nuovi intellettuali costretti all’esilio?
Come mai ogni ambito della cultura della società italiana vive in questa forma di separazione la propria crisi e il proprio dissidio nei confronti dell’ideologia nazionale più ignorante ed arrogante d'Europa?
Proveremo l’8 gennaio, durante la seconda Assemblea nazionale di “Calpestare l’oblio”, a ricomporre i pezzi di questo mosaico discutendo tutti assieme de “La questione culturale italiana”.

Saranno presenti:

Pietro Spataro - Vicedirettore de “L’Unità”
Donatella Coccoli - Direttrice di “Left”
Tonino Bucci - Responsabile culturale di “Liberazione”
Malcolm Pagani - Il Fatto Quotidiano
Angela Azzaro e Andrea Colombo - Gli Altri
Tommaso Di Francesco e Geraldina Colotti- Il manifesto

Matteo Orfini - Responsabile cultura del PD
Stefania Brai - Responsabile cultura del PRC
Responsabili culturali di SEL
Video-intervento di Nichi Vendola per “Calpestare l’oblio”
Rappresentanti culturali dei Giovani comunisti

Rappresentanti del movimento studentesco ed universitario (Ateneinrivolta, Coordinamento K5 Studi orientali, Abbiamo fame di cultura, ESC autogestito, Scienze politiche RomaTre) e dei sindacati (Cobas, Cgil).

L’assemblea sarà libera e nelle forme della democrazia partecipativa. Chiunque vorrà intervenire avrà diritto di parola.
L’intera assemblea sarà video-documentata da MeddleTv e da alcuni giovani registi della Scuola di Cinema ACT di Cinecittà, che ne faranno nei prossimi mesi un documentario.

Dal mondo della cultura, della letteratura e della poesia contemporanea hanno aderito, da Palermo a Milano, centinaia di singoli poeti e scrittori, associazioni, editori e redazioni di riviste, registi ed artisti, fra cui

 le riviste, web-zine e blog: Absoluteville, Versodove, Blanc de ta nuque, Metromorfosi Infocritica, Post it, Il primo amore, Bollettario e altre;
 le associazioni: Zuccherificio, Milanocosa, Aidoru/Valdoca, Iodonna, Donne dasud, Svolta a sinistra, Osservatorio nazionale amianto, Azimut onlus, Gasper Roma, Arcipelago scec, Licenze poetiche, Meddletv e altre;
 gli editori: Pellicanolibri, Zona, Fara editore, Senzapatria, Polimata e altre.

PROGRAMMA:

Dalle 17 alle 20 Assemblea pubblica.

Dalle 20 alle 21.30 Cena sociale

Dalle 21.30 alle 22.30 Letture dei Poeti in rivolta: presentazione della versione cartacea definitiva dell’antologia “Calpestare l'oblio” (Cattedrale, collana Argo, 2010).

Dalle 22.30 Concerti: PANE e il fondatore del Canzoniere del Lazio PIERO BREGA.

Con preghiera di diffusione, pubblicazione e partecipazione.



Evento a cura di:
Davide Nota - Rivista “La Gru”
Fabio Orecchini - Ass.Cult. “Beba do Samba”
Valerio Cuccaroni - Rivista “Argo”