sabato 6 febbraio 2010

Nel “campo” akashico un nuovo modello di coesistenza


Incontro con Ervin László



L’UNESCO di Trapani, nella sua sede di Erice, ospita ancora una volta il filosofo della scienza Ervin László. È il 30 gennaio 2010. L’iniziativa è del gruppo dirigente dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione e la Scienza) trapanese, e precisamente nella persona del suo Presidente, Dott. Vincenzo Bandi, e del Dott. Vincenzo Garaffa, Vicepresidente. L’incontro con il filosofo (nato a Budapest nel 1932) della scienza e pianista, due volte candidato al Nobel per la Pace, si svolge in un contesto dialogico che affronta il pensiero dell’autore maturato e reso pubblico tramite il libro LA SCIENZA ED IL CAMPO AKASHIKO (URRA Edizione).
Invitati (unitamente al dr. V. Bandi e V. Garaffa), a discutere con Ervin László sono: il prof. Rosolino Buccheri (astrofisico CNR- Palermo), il prof. Armando Vitrano, il dr. Paolo Calabresi e Antonino Contiliano (presentato all’ospite e al pubblico presente come poeta e filosofo).

Vale ricordare che il prof. László è anche Presidente del Club of Budapest International, e tra gli attori e protagonisti del progetto “Globale 2012”. Il progetto è una rete planetaria finalizzata a una coscienza, atta a favorire una grande sintesi delle conoscenze e delle esperienze per riunirle in un modello unitario che inglobi l’essere umano, la società e il pianeta secondo i criteri della complessità scientifica, la giustizia umana e la saggezza spirituale.
Incalzato dai partecipanti alla discussione e al dialogo, infatti, il filosofo riprendeva continuamente l’IDEA scientifica e insieme utopica di questo progetto “Globale 2012”, la quale si trova anche al centro delle riflessioni e delle argomentazioni del suo libro, LA SCIENZA ED IL CAMPO AKASHIKO. Un’idea di unitarietà, di relazione e di connessione reciproca di tutti gli elementi della vita del nostro universo che fa sì che ognuno è PARTE e non sovrano assoluto con il diritto e il potere di sottomettere cose, animali e simili al proprio uso e consumo.
Non è un caso che una delle parole che significa il titolo del libro del prof. László è infatti Akashiko. Akashiko è vocabolo sanscrito che significa: “spazio, etere, cielo o 7° cielo, e nei sacri testi della tradizione indiana del VI° secolo a. C., designa una dimensione superiore da cui tutti proveniamo e a cui dobbiamo tornare, nonché la dimora del Supremo”. Non è altresì casuale che l’altra vocabolo significante è la parola “campo”, il termine semantico, cioè, che è proprio del “paradigma” della scienza “quanto-relativistica”. Campo, in questo modello scientifico, è infatti, come l’ Akashiko indiano, una strutturazione di relazioni tra tutti gli elementi del campo quantistico. L’insieme delle CONNESSIoni che come PARTI vivono in quanto coesistono e reciprocamente interagiscono in maniera autonomia e dipendenza; parti sottoposte a una logica plurale, e ognuna come indispensabile all’altra nel rispetto dei limiti che la RELAZIONE comporta. Le logiche delle relazioni comunicano e significano solo entro le regole di una sistema complesso in funzione.
Un modello logico-matematico e scientifico – paradigma – o insieme di teorie, procedure e metodi di analisi che (unitamente alle connesse dimensioni antropologiche, sociologiche, politiche, etiche…delle diverse società umane terrestri) – diceva László – la comunità scientifica vorrebbe trasferire come praticabilità della comune vita planetaria.
Un paradigma, in altre parole, che, per analogia, si propone anche come una “visione” o “cosmo-visione” (come ha sottolineato chi scrive durante il suo intervento). Una concezione e una costruzione che richiede non scienza, immaginazione e una progettualità etico-politica alternativa, collettiva. L’esempio (in tal senso) del mondo delle CONNESSIONI quantistiche – il campo – o quello di presentarsi “banca che presta senza interesse” è quanto mai lampante del funzionamento co-operativista e democratico collettivo della natura. Lo scambio energetico di emissioni e riassorbimento tra le particelle delle vibrazione atomiche, noto come “free lunch”, è infatti un pranzo comune e libero o senza profitto, come sottolineava lo scrivente nel corso del dibattito.
Per un breve lasso di tempo e, diversamente dal capitalismo neoliberista degli attuali padroni del mondo e signori della guerra, le CONNESSIONI della natura mostrano come sia possibile anteporre il bene di tutti di tutti gli elementi in gioco. E all’orizzonte storico politico c’è anche una scommessa in tal senso. È la coraggiosa, nuova ed esemplare rivoluzione che Bolivia ed Ecuador, già fin dal 2008, hanno messo in atto dichiarando, nella loro nuova Carta Costituzionale, la Natura “Soggetto di diritto” e gli uomini, tutti, egualmente “parte”.
Il nostro mondo capitalistico, invece, preferisce ancora, come gli ha insegnato il pensiero cristiano-cattolico e liberale-borghese, che il “bipide implume” e “scimmia” battezzata e civilizzata è il solo padrone e signore del “creato”, e che a rimediare alle catastrofi, se ne ha voglia, c’è sempre una divinità disponibile.

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