sabato 6 febbraio 2010

Tra il pesce pigiama e il pesce pagliaccio (pro palestinesi)


Chi non ha sentito in questi giorni il sollen (dovere) delle sbafarate, le dichiarazioni di “stato” democratico e liberale, supinamente elargite dal Presidente del Governo italiano al presidente di Israele Nietaniau,? Con quale coraggio e verità storica si può incensare democratico e liberale uno Stato e un Governo, quello israeliano, che applica al popolo palestinese la patente di combattenti terroristi, quando utilizzano, da più di mezzo secolo, nei confronti di quella gente e della loro terra una politica di guerra predatoria, colonizzante, espropriatrice e genocida?
Israele è uno Stato e un Governo che applica ai palestinesi gli stessi metodi per cui il popolo ebraico, oggi, celebra la Shoah (lo sterminio curato dai nazisti nei loro confronti, l’OLOCAUSTO)! E, alla sua dissidenza interna, non consente espressione pubblica, così come i media italiani governativi non danno spazio alle ragioni della “resistenza” palestinese tranne che per bla-bla-dire-disdire che bisogna adoperarsi per riprendere il tavolo delle trattative di pace…
Il territorio palestinese, o quel che gli resta come una riserva indiana (non a caso lo Stato israeliano, oggi, gioca il ruolo di avamposto americano in medioriente e dell’ala della destra occidentale ed europea, nonché del moderatismo dei padroni del ricco mondo di certi sceicchi), è infatti un ghetto e un campo di tiro a bersaglio sicuro per la micidiale macchina bellica israeliana annientatrice.
Non solo! Asserragliati, sono deprivati della loro economia, dell’energia, della loro acqua (gli israeliani deviano le vene d’acqua), della libertà di movimento, degli aiuti umanitari (convogli dell’Onu e della Croce rossa) con i loro aiuti alimentari e medicinali sostano per settimane bloccati ai cech point prima di essere rimandati indietro. Non hanno il permesso di superare lo sbarramento per portare aiuto ai sofferenti, agli ammalati, alla popolazione palestinese, attorno a cui vengo eretti muri reali o campi di concentramento a cielo aperto.
E nonostante queste cose si sanno (popoli e governi), gli italiani, per mezzo dei suoi rappresentanti, di governo e di opposizione, profondono, prosternati, legittimità democratica e liberale a Israele! E Israele ha centrali nucleari e deterrenza atomica, e altrettanta potenza di armi convenzionali e non convezionali come i palestinesi (muniti di pietre e razzi da giochi d’artificio) non hanno, e non possono mai avere. Ma nessuno ha mai chiesto, come hanno fatto con Iran e Corea del Nord, ispezioni punitive o deliberato embarghi o isolamenti internazionali.
Ma dove sono anche le voci degli intellettuali di questo nostro paese dei giochi di tv e sedativi sculettanti tra veline e veleni di ogni genere carnevalesco!
Come si può consentire, senza battere ciglio, a un Primo ministro (dittatorello baluba), e ai suoi accoliti (non ultimo il ministro dell’INGIUSTIZIA), di dire che rappresenta e parla in nome del popolo italiano tutto. È talmente analfabeta o in spudorata malafede e impunità (non è un caso che sia la primula delle impunità) che mescola la RAPPRESENTANZA di una maggioranza (repubblichina) con la PRESENZA di un Popolo intero.
Non mi rappresenta né Lui, né il suo Governo, né l’inesistente opposizione di chi opposizione non fa e alternative non propone.
La Palestina, oggi, è come Haiti. Una terra dove si muore di stenti, di privazioni, di emarginazione, di povertà, di disoccupazione, di sterminio dei diritti e della stessa vita ad opera di chi della vita e dei diritti vorrebbe, invece, farsi una bandiera liberale e perbenista, mentre favorisce la libera circolazione delle merci impedendo quella delle persone e del popolo dei migranti, sottoposti a nuove leggi razziali e al terrore dell’antiterrorismo e della sicurezza o dell’in-tolleranza della civiltà umanistico-cattolico-borghese.
“Umanismo o terrore”? Nessun “umanismo” al posto del “terrore”! La bandiera di questi stragisti di professione – che governano il mondo del capitale liberale e della presunta democrazia borghese-repubblicana, ovvero il regime della maggioranza ormai allo sfascio e nel vuoto di qualsiasi rappresentanza che non sia quella del proprio e dei propri compagni di merenda.
Semmai, il loro spot politico può essere solo quello, indegnamente praticato e capovolto di “Virtù e Terrore” dei rivoluzionari francese della pasta di Robespierre e Saint Just. Quelli avevano in mente e nella prassi una nuova società: quella della libertà nella fratellanza e nell’eguaglianza. Questi nostrani omuncoli di governo liberista praticano il “Terrore” senza la “Virtù”, e hanno solo la carta d’identità della schiavitù altrui per la conservazione del proprio stile di vita e di rappresentanza populistica come interesse generale e cinica “governante”. Per loro i crimini della loro violenza e della loro guerra, come anche il diritto del loro potere e della loro sopraffazione (impunita) sono benemeriti di civiltà e umanità, e pronti a “fare dello sterminio degli ebrei da parte dei nazisti l’Evento unico e sacro del XX secolo; dell’antisemitismo, il contenuto destinale della storia europea; della parola “ebreo" la designazione vittimaria di un assoluto di ricambio; e della parola “arabo”, appena velata sotto quella di “islamico”, la designazione del barbaro. Da questi assiomi risulta che la politica coloniale dello stato d’Israele è un avamposto della civiltà democratica, e l'e¬sercito americano l’ultimo garante di un mondo accettabile”. (Alain Badiou, Il secolo).
Dov’è l’antagonismo della sinistra e degli intellettuali? L’eterno presente della fine della storia, gli ha mozzato il fiato e la lingua? La “rassegnazione” è dei “preti” (Breton). La contraddizione fondamentale (Mao), e nessuna delle contraddizioni fra il popolo sono state affrontate e risolte da divinità alcuna. Ribellarsi è un diritto, e Berlusconi non è certo l’espressione del dolore per la sorte e il genocidio in itinere dei palestinesi!
Se nell’agorà politica non c’è “rumore” – sottolineava Montesquieu –, la democrazia è morta!

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