venerdì 2 aprile 2010

La binaria dell'asiento

Ero(s)diade/La binaria dell'asiento


Per i Quaderni di “Collettivo R / Atahualpa” (Firenze 2010), esce la nuova opera poetica di Antonino Contiliano, Ero(s)diade / La binaria dell’Asiento. L'introduzione è stata curata da Sergio Pattavina (Università di Palermo).



Dall'introduzione di Sergio Pattavina:

[...]

Fra la soggettività del poeta [...] con i suoi principi astratti di libertà, eguaglianza, solidarietà, pace, si istituisce un acrimonioso disaccordo con la realtà empirica fatta di sfruttamento, di guerre imperialiste, di vecchi e nuovi fascismi, di razzismo, che dà luogo all’invettiva, all’ironia, agli stratagemmi più “in-sensati” per disarticolare il discorso, stravolgendone alchemicamente il linguaggio, dei texta (letterari, giornalistici, televisivi) del potere, appannaggio delle classi dominanti.
Non possiamo non rilevare, en passant, una certa cromosomica affinità con la “satura” latina, tra Marziale e Giovenale, cioè con quel genere di transizione che si sviluppò nella Roma imperiale, nel processo di dissoluzione dell’arte classica e della società schiavista, la cui essenza consiste, secondo Hegel, nel fatto che “un animo virtuoso a cui rimanga negata la realizzazione della sua coscienza in un mondo di vizio e stoltezza, si volge con appassionata indignazione o sottile arguzia e gelida amarezza contro l’esistenza che gli sta dinanzi, ridicolizzando o adirandosi contro il mondo che direttamente contraddice alle sue idee di virtù e verità” (Estetica).
L’esito di questo atteggiamento, l’approdo tematico e retorico, non può essere certo la fuga, né esistenziale né tanto meno linguistica, dal presente (“una premessa senza promessa, un’insonnia/ raggrumata dove il desiderio naviga l’àncora/ la poesia entro lo stupore dello sguardo/ un nesso che cerca l’amplesso, e l’ora/ il tempo predatore è ‘ancora una volta’”, in Esodo), in quanto la soggettività è concatenata all’essere, ma la poiesis si piega e si arrovella nella ricerca di immagini che possano far apparire la distanza critica, ideologica ed esperienziale dall’esser-ci; e da qui alcune tematiche evocate nei titoli e nei versi da Contiliano: l’esilio, l’esodo, il viaggio, il naufragio, il mare, lo scoglio, la riva, linea di confine e di transizione fra noi e l’altro da noi, ed infine, riprendendo l’interpretazione di Ero(s)diade cui ho accennato all’inizio, l’eros, affermazione della nostra identità attraverso l’altro, linea di confine ed unità con la parte mancante di noi, che il potere non può tenere del tutto sotto controllo.

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